Blocco superbonus, riqualificazioni giù del 30%

4 settembre 2023 | 14:36
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Blocco superbonus, riqualificazioni giù del 30%

Il vicesindaco Pratissoli: “Uno strumento importante che è stato usato male”

REGGIO EMILIA – Dopo un biennio caratterizzato da risultati record sulla riqualificazione degli edifici (con oltre 4.000 interventi all’anno) i primi sette mesi del 2023 hanno fatto segnare a Reggio Emilia un deciso rallentamento di tali interventi, a causa del blocco del superbonus 110%, con valori simili al periodo precedente l’introduzione dell’incentivo. La proiezione a fine anno si attesta infatti a 2.800 interventi, con una diminuzione del 30% rispetto al 2022.

Il tasso annuo di ristrutturazione del parco immobiliare è invece pari all’1,5%, inferiore all’obiettivo stabilito dall’Agenda 2030 che è del 2%, raggiunto per la prima volta nel 2021 e confermato l’anno successivo. Nella città emiliana gli interventi di riqualificazione corrispondono al 98% delle pratiche edilizie, mentre la nuova costruzione è limitata al solo 2%.

Gli ambiti cittadini più dinamici continuano ad essere il centro storico, dove sono stati realizzati, dal 2015 ad oggi, oltre 2.000 interventi di manutenzione e riqualificazione, e l’area nord della città, in particolare, il parco industriale di Mancasale. Sulla battuta d’arresto del superbonus interviene il vicesindaco con delega alla Rigenerazione urbana, Alex Pratissoli, per cui lo strumento “ha dato concretezza alla sfida della transizione energetica che ci impone, come priorità, quella di ridurre gli sprechi”.

Il “settore edilizio – prosegue Pratissoli – è infatti responsabile per oltre un terzo delle emissioni di CO2: abbiamo edifici vecchi, energivori e dunque costosi per le famiglie, nonché insicuri visto che l’80% appartiene ad una classe sismica critica”. Per “migliorare comfort e sicurezza ed indirettamente preservare il valore patrimoniale e sociale del tessuto edilizio esistente – aggiunge poi il vicesindaco – serve una politica di agevolazioni adeguata e di lungo periodo”.

Ovvero “esattamente il contrario di quello che è successo con il superbonus caratterizzato da limitazioni e frequenti modifiche alle modalità di attuazione, cambiate quasi 30 volte durante la sua breve vita”. Oggi “si continua a parlare soprattutto di quanto sia costato al bilancio statale. Considerazione, quest’ultima, a mio parere mal posta”, aggiunge ancora Pratissoli.

“L’errore non è stato nello spendere queste risorse, ma nel modo in cui sono state spese: troppi soldi per bonus irrilevanti ai fini della transizione come quello delle facciate, che hanno generato anche la maggior parte delle truffe”. Inoltre, conclude il vicesindaco, “l’eccessiva concentrazione del superbonus in un breve lasso di tempo, ha avuto un impatto considerevole sui prezzi di mercato e ha limitato le opportunità di intervento, specialmente per i condomini che richiedono un periodo più lungo per la pianificazione dei lavori”.