Arrestato in Francia il maniaco del Lungo Crostolo

12 settembre 2023 | 08:28
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Arrestato in Francia il maniaco del Lungo Crostolo

L’uomo, un 33enne marocchino, aveva seminato il terrore, fra le donne che abitualmente facevano quella camminata, nella primavera di due anni fa

REGGIO EMILIA – Un vero e proprio “sex offender” e “una persona assolutamente pericolosa che, se non fosse stato fermato (ora si trova in carcere in Francia, ndr), avrebbe continuato a commettere reati predatori di natura sessuale”. Così il procuratore capo di Reggio Emilia Calogero Gaetano Paci e la sostituta Piera Cristina Giannusa definiscono il presunto autore di quattro violenze sessuali consumate in rapida sequenza nell’area verde del parco del Crostolo, ai danni di altrettante donne (una minorenne all’epoca dei fatti), nella primavera del 2021.

Si tratta di un 33enne di origine marocchina, rintracciato in Francia dove si trovava già in carcere e incastrato dalla prova del Dna. Le aggressioni, che avevano destato un forte allarme a Reggio perché commesse in un luogo molto frequentato (un percorso di 15 chilometri all’interno del “parco delle Caprette” dove le donne aggredite facevano jogging) e fino ad allora ritenuto sicuro, erano avvenute il 23 marzo e il 17, 21 e 27 aprile di 2 anni fa.

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Subito dopo l’ultimo episodio l’odierno arrestato sospettato di esserne il responsabile – un macellaio in nero regolare sul territorio nazionale e domiciliato nel periodo dei delitti in città – aveva fatto perdere le sue tracce. Dal 2022 era detenuto in un carcere del sud della Francia per reati della stessa tipologia, mentre gli vengono contestate anche due ulteriori violenze in Germania avvenute nel 2017 nella città di Stoccarda.

Lo straniero è stato individuato grazie alle indagini svolte, anche attraverso i canali di collaborazione internazionale della polizia, a partire dagli elementi forniti dalle quattro vittime. Per identificarlo, in Questura era stato istituito anche un gruppo di lavoro composto da 13 agenti che avevano pattugliato quotidianamente l’area dei crimini, monitorata anche attraverso un drone. Un’attività ha permesso di risalire al marocchino, il cui Dna è risultato poi coincidente con quello estrapolato da un indumento di una delle vittime reggiane.

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Per questo la Procura della città emiliana ha emesso un mandato di cattura europeo che è stato eseguito una decina di giorni fa. Sono in corso ora le procedure finalizzate all’estradizione del detenuto, per cui si annunciano tempi ristretti. La notizia della cattura dello stupratore è stata nei giorni scorsi comunicata direttamente anche alle vittime, convocate in Questura, di cui il sostituto procuratore Giannusa e il dirigente della Squadra Mobile Guglielmo Battisti sottolineano “la massima collaborazione dimostrata anche in tempi recentissimi, nel fornire elementi alle indagini, rivivendo anche più volte il trauma subito”.

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Ora “speriamo di poter dare sollievo a queste donne che adesso sanno che quando usciranno di casa non incontreranno più il presunto autore delle aggressioni nei loro confronti”, sottolina Battisti. Il questore di Reggio Emilia Giuseppe Maggese esprime “grandissima soddisfazione per questo risultato importante che dà la misura di quanto noi siamo attenti a questo tipo di reati”. Il “sistema sicurezza – aggiunge Maggese – ha funzionato in maniera egregia: le attività non si sono mai fermate per fare luce su fatti che avevano fortemente impressionato l’opinione pubblica, configurandosi come un’aggressione all’intimità della collettività veramente molto grave”.