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“Una panchina e la dignità di una donna invisibile”

27 agosto 2023 | 15:13
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“Una panchina e la dignità di una donna invisibile”

Il segretario di Azione: “Il sindaco e la giunta rinuncino agli aumenti e diano la somma a chi si trova in condizioni di grave disagio”

REGGIO EMILIAQualche giorno fa nel parco pubblico vicino a casa mia, a Reggio, ho notato una sorta di passeggino per bambini pieno di borse e roba e altre cose e copertine sulla panchina disposte in modo ordinato, pulito e composto. A terra due ciotoline per l’acqua e del cibo per un cagnolino. Ieri sera tardi passando accanto alla stessa panchina ho visto la stessa roba e ho scorto le gambe di una persona ben nascosta e coperta. La panchina da qualche è diventata una casa. La casa di una persona povera.
Ho pensato ad un barbone per scelta in transito e dopo una breve riflessione sulla vita ho proseguito la mia tranquilla passeggiata. Questa mattina accompagnando come ogni mattina il mio cane a fare la sua passeggiata, ho incrociato una signora di una certa età che portava a passeggio il proprio cane, vestita non di qualità ma ordinata, con una borsa di evidente poco valore ma come tante, e con un piccolo sorriso mi ha salutato e dopo due passi si è seduta proprio in quella panchina e il suo cane ha iniziato a bere da quella ciotola. Un cane mansueto e rinunciatario nei comportamenti che sembra riflettere una tristezza infinita.
Quella povera signora con tanta dignità era l’abitante di questa panchina. Una sorta di nuova vicina. Se non l’avessi vista sedersi avrei pensato fosse una residente dei grandi palazzi poco distanti. L’impressione non è di una “clochard”, ma di una persona che vive con grande dignità e riserbo la sua condizione e non so se per scelta o per disgrazia. Salutare le persona che incontra con grande educazione, gentilezza e sorriso, fare complimenti al cagnolino altrui, mantenere, seppur tra evidenti difficoltà, un aspetto ordinato e pulito, conservare le proprie cose ordinate e composte nonostante sia una panchina, un passeggino e oggi anche un carrello della spesa, pongono questa signora in una luce diversa da quella di altri che mi è capitato di vedere in qualche grande città o qualche rara volta in centro città.
Trovare una signora, una donna, che vive in queste condizioni senza odiare il mondo o essersi imbruttita a due passi da casa, nella parte opulenta della città mi ha colpito duramente. Avrei delle domande da fare per capire e conoscere, ma non ho il coraggio di infrangere tanta povertà e condizione difficile vissuta con così “tanta” discreta “dignità”. In una grande città capita da tempo di vedere simili situazioni a Reggio Emilia, media città italiana di periferia, patria di benessere economico e lavoro, iniziamo adesso e non si tratta del povero immigrato, ma di una signora che, all’apparenza, è quasi certamente italiana. Non che la sofferenza sia differente o sia frutto di differenze, ma colpisce forte allo stomaco. 
L’amore per il prossimo, laico o credente che sia, riporta al centro delle mie riflessioni i valori e le preoccupazioni che la nostra società sta gradualmente dimenticando e cancellando dalle proprie centralità sociali. Quando ero bambino ricordo un signore un po’ disgraziato per scelta, ma che tutti in paese aiutavano a loro modo e salutavano ricambiati ad ogni occasione d’incontro. Oggi queste persone invece infastidiscono i più e sono diventate invisibili. Sono l’immagine riflessa allo specchio della nostra parte peggiore della società consumistica. Una società che spende e spande per bisogni creati da social e algoritmi. Un popolo di grandi consumatori senza valore di persona. La religione, con i suoi valori cattolici e conservatori, attenta all’uomo in sé e alla sua condizione, sempre più all’angolo. Una cultura laica di valori progressisti e riformisti sempre più schiacciata in altro disquisire rispetto alla difesa dei ceti meno abbienti. Una politica dei valori e delle idee con al centro l’alto patrimonio del bene comune, sacrificata al contingente, al populismo e all’interesse e ambizione del singolo.
Questo fatto mi riporta alle cose vere della vita e al valore del “bene comune” nel mio agire e della politica alta al suo servizio. Vorrei fare una proposta che non deve essere considerata retorica o opportunistica e la faccio trasversalmente a tutta la politica: riportiamo al centro la politica dei valori e del bene comune e basta populismi o personalismi, la società ha bisogno di essere governata nella gestione dei fenomeni sociali del nostro tempo, compresa nelle sue composite esigenze in mediazione tra loro e indirizzate con autorevolezza. Diamo un piccolo segnale locale di sensibilità: il sindaco e la giunta funzionaria dal prossimo anno avranno un lauto importante aumento del proprio emolumento.
Chi è in carica ancora per pochi mesi e soprattutto chi si candida nel 2024 rinunci all’aumento e destini la somma ad un capitolo di spesa di sostegno emergenziale a chi si trova in condizioni di grave disagio o ad altro fondo con analoga finalità. Non ho deliberatamente rivelato in quale parco ed esatto punto per privacy e protezione della persona, ma procederò contestualmente a segnalare al sindaco e ai servizi sociali la situazione e spetta loro svolgere il proprio compito lontano dai riflettori e nel rispetto di questa preziosa dignità. 
Claudio Guidetti, segretario provinciale Azione Reggio Emilia