Lidl, seconda giornata di sciopero di otto ore

17 luglio 2023 | 11:00
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Lidl, seconda giornata di sciopero di otto ore

Presidio in via Piccard contro la decisione aziendale di aumentare ulteriormente gli orari di apertura, passando dalle 21 alle 21,30

REGGIO EMILIA – Sono nuovamente in sciopero, oggi, tutto i giorno, le lavoratrici ed i lavoratori dei supermercati Lidl di Via Gramsci e di Via Piccard. Davanti a quest’ultimo si sta tenendo un presidio per dare voce alle motivazioni che hanno portato i dipendenti Lidl del nostro territorio a scioperare per due volte in poche settimane.

“Le ragioni sono le medesime che ci spinsero a proclamare lo sciopero del 1° luglio scorso quando si scelse di protestare contro la decisione aziendale di aumentare ulteriormente gli orari di apertura, passando dalle 21 alle 21,30, e contro le condizioni di lavoro, più volte denunciate senza risposta e diventate oramai insostenibili, dovute principalmente ad una strutturale mancanza di personale”. Così Filcams Cgil Fisascat Cisl e Uiltucs Uil provinciali spiegano il nuovo stop che hanno messo in campo insieme alle lavoratrici e ai lavoratori di Lidl.

“L’azienda invece di prendere seriamente in considerazione le problematiche sollevate e una protesta che ha dovuto arrivare allo sciopero – continuano i sindacati – ha preferito rifugiarsi nel silenzio accompagnato da uno scarno comunicato che sostanzialmente disconosce in toto i problemi segnalati dai lavoratori”.

Lidl

Concludono Francesco Putortì della Filcams Cgil, Domenico Silvano della Fisascat Cisl ed Eleonora Tatulli della Uiltucs Uil: “Eppure la situazione per chi tutti i giorni si reca a lavorare è davvero ai limiti della sopportazione: file croniche alle casse, il rifiuto di concedere permessi personali anche se richiesti con largo anticipo e motivati, la mancanza di considerazione a priori per richieste di passaggio di livello ed in generale un ambiente che costringe a considerare l’emergenza come fosse la regola e non più l’eccezione. Bisogna avere il coraggio di mettere dei limiti a ciò che l’Azienda pensa di poter fare, non è possibile impostare il proprio business sulla pelle e sulla salute delle persone, al contrario bisogna ripensare l’intero sistema e fare passi concreti verso scelte improntate ad un giusto equilibrio tra lavoro e vita privata delle persone”.