Criminalità, il bilancio dei carabinieri: 107 arresti in 5 mesi

6 luglio 2023 | 15:33
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Criminalità, il bilancio dei carabinieri: 107 arresti in 5 mesi

Un omicidio, 43 rapine, 77 furti, 193 truffe e frodi informatiche, 43 reati di spaccio di stupefacenti, 4 estorsioni e 12 violenze sessuali

REGGIO EMILIA – Ben 9.798 servizi di pattuglia e perlustrazione che hanno visto l’impiego complessivo di 19.596 carabinieri, 821 servizi di ordine pubblico, che hanno visto operare 1.639 militari, sono state identificate 39.939 persone e controllati 31.533 veicoli.

Nell’occasione della visita del prefettoal comando provinciale dei carabinieri il colonnello Andrea Milani ha illustrato anche l’attività operativa svolta dai carabinieri nei primi cinque mesi di quest’anno.

In tutto, in questo periodo, ci sono stati 107 arresti per vari delitti, sono state denunciate 1.208 persone per molteplici reati, sono stati scoperti 942 reati a fronte di 6.367 denunciati, con l’identificazione dei responsabili (tra cui 1 omicidio, 43 rapine, 77 furti, 193 truffe e frodi informatiche, 43 reati di spaccio di stupefacenti, 4 estorsioni, 12 violenze sessuali).

Sul piano della sicurezza stradale, l’attività si è concretizzata con l’intervento dei carabinieri in oltre 180 sinistri stradali. In tale ambito sono state 43 le persone denunciate (in prevalenza per guida sotto in stato d’ebbrezza e sotto l’influenza di stupefacenti), 677 le infrazioni al codice della strada rilevate, 160 le carte di circolazione ritirate per veicoli posti in circolazione senza la prescritta revisione, 46 le patenti ritirate (in prevalenza per guida in stato d’ebbrezza) e 59 i veicoli sequestrati o sottoposti fermo amministrativo.

Rilevante anche l’impegno volto a contrastare il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, con l’accertamento di 46 reati che hanno portano all’arresto di 14 persone, la denuncia di altre 43 persone e la segnalazione quali assuntori di 90 persone tra cui 10 minori. Complessivamente sono state sequestrati circa 250 grammi di sostanze stupefacenti.

L’elemento di conferma, documentato dalle indagini antidroga concluse dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia, è certamente l’approvvigionamento di droghe attraverso “spedizione” via posta o l’acquisto di quelle sintetiche su internet, sia attraverso il deep web ovvero quella parte di internet nascosta ai grandi motori di ricerca nella quale si trova di tutto, sia attraverso i social, Telegram su tutti.

Costante l’impegno dell’Arma reggiana contro la criminalità organizzata, come dimostra la recente esecuzione di una misura di prevenzione patrimoniale da parte dei Ros e dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia che ha portato al sequestro di beni, per un valore di circa 11 milioni di euro, a carico di un calabrese condannato con sentenza irrevocabile nell’ambito del processo “Aemilia” per associazione di tipo mafioso, truffa ed estorsione. Tutti reati aggravati dall’art. 416 bis.1 c.p., in quanto appartenente al sodalizio ‘ndranghetistico emiliano, storicamente legato alla cosca Grande Aracri di Cutro (KR).

Nei primi cinque mesi di quest’anno ci sono stati 27 provvedimenti interdittivi antimafia. Nello stesso periodo, al 112 del Comando Provinciale di Reggio Emilia sono arrivate 75.860 richieste telefoniche, oltre 500 al giorno. Di queste, 131 per liti tra le mura domestiche (cosiddette liti in famiglia), in strada e tra vicini.

Altro fronte caldo in cui hanno operato i carabinieri reggiani è stato certamente quello della litigiosità e delle violenze tra le mura domestiche.

In particolare, tra gennaio e maggio di quest’anno, sono state 110 le persone arrestate e denunciate per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia (ipotesi di reato da cosiddetto codice rosso), 126 le persone arrestate e denunciate per lesioni personali, 17 denunciate per percosse, 64 le persone denunciate per minacce.

Relativamente al fenomeno del bullismo e i reati ad esso correlati una decina sono stati i minori segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna. Le condotte vessatorie dei bulli si sono concretizzate in attività delittuose concernenti minacce, lesioni personali, rapine e danneggiamenti.

Incessante, inoltre, l’impegno dei Carabinieri sul caso “Saman”, per il quale è iniziato il dibattimento processuale, recentemente avvalorato dalla possibile estradizione di Shabbar Abbas, padre della vittima, tuttora ristretto in un carcere pakistano.