Assange, “il giornalismo non è un crimine”

15 luglio 2023 | 15:02
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Assange, “il giornalismo non è un crimine”

E’ stato presentato ieri, al centro sociale Orologio, un libro su Julian Assange, che presto sarà cittadino onorario di Reggio Emilia

REGGIO EMILIA – “Il giornalismo non è un crimine”. Questo era scritto sullo striscione che accompagnava i due illustri relatori di ieri, al centro sociale Orologio, nell’incontro di presentazione del libro “Il processo a Julian Assange: Storia di una persecuzione”.

Il libro è stato scritto da Nils Melzer, relatore speciale dell’Onu su tortura e trattamenti disumani o degradanti; i relatori erano Vincenzo Vita, ex parlamentare editorialista de Il Manifesto, e Riccardo Noury portavoce nazionale di Amnesty.

Elvira Meglioli, attivista del movimento Free Assange, coordinava la presentazione. E’ stata molto interessante ed è emerso con molta chiarezza che l’unica colpa di Assange, ora rinchiuso in un carcere di massima sicurezza dell’Inghilterra e a rischio estradizione negli Usa, è stata quella di aver pubblicato informazioni vere, che rivelarono crimini di guerra commessi dal governo degli Stati Uniti. Crimini per i quali nessun soldato americano ha mai pagato, mentre lui è in carcere già da 4 anni, in attesa che termini il processo.

Matteo Iori era presente come presidente del Consiglio. Ha detto: “Il 20 marzo scorso abbiamo approvato una mozione popolare, che aveva raccolto ben 1.200 firme, che chiedeva che Julian Assange diventasse cittadino onorario di Reggio Emilia. A Settembre dovremmo approvare la delibera e a Ottobre contiamo di dargli la cittadinanza onoraria. Un piccolo segno per dimostrare che questa cosa riguarda tutti noi”.

Perché come ha scritto Nils Melzer: “Qui non si tratta solo di proteggere Assange, ma di impedire che si crei un precedente in grado di segnare irrevocabilmente il destino della democrazia occidentale. Perché laddove esporre la verità dovesse diventare un crimine, mentre i potenti si godono l’impunità, avremmo destinato la nostra voce alla censura e affidato il nostro destino a una tirannia senza freni”.