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“Ztl, mi rincresce quella raccolta firme”

12 giugno 2023 | 15:19
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“Ztl, mi rincresce quella raccolta firme”

Una lettrice: “La situazione caotica che vive via Emilia Santo Stefano, con decine di auto spesso parcheggiate sul marciapiede o sulla pista ciclabile, merita sicuramente una nuova tutela”

REGGIO EMILIA Ho seguito il dibattito sulla proposta di estensione della Ztl in centro storico che dovrebbe comprendere anche via Emilia S. Stefano e Corso Garibaldi. Mi rincresce vedere che i miei concittadini si stiano adoperando a una raccolta firme per chiedere lo stop di questo importante progetto. Siamo in un’epoca dove il cambiamento climatico e i recenti fenomeni atmosferici dovrebbero suggerire un minor uso dell’auto privata, soprattutto nei centri urbani.

Qualunque città europea moderna sta orientando le sue politiche di mobilità in una chiave sostenibile, impedendo un eccessivo transito dei veicoli nei centri storici. La via Emilia e Corso Garibaldi sono due strade immerse nel cuore della città, all’interno della “cinta muraria” e risulta sicuramente anacronistico che vengano ancora utilizzate come scorciatoia della circonvallazione. Accade spesso che qualche turista si fermi con la propria auto alle porte di Santo Stefano chiedendosi se quel tratto sia una Ztl e domandandosi se vi siano le telecamere di controllo del traffico. Neanche noi quando visitiamo una città come può essere Milano, Firenze o Bologna ci aspettiamo di poter arrivare in auto a pochi passi dal Duomo.

Il problema è sicuramente culturale: le persone, se sono abituate a raggiungere un luogo in auto, vivranno come un sopruso qualsiasi limitazione. Di fronte a un presunto diritto negato dell’automobilista, ogni giorno si nega a pedoni, ciclisti, bambini, turisti e cittadini in generale di vivere il centro storico senza l’ansia di essere investiti da un’auto in transito. Non molti anni fa le auto erano libere di circolare in via Farini e di parcheggiare sul plateatico di piazza Prampolini. Oggi questo scenario, se venisse riproposto, sarebbe un’assurdità.

La situazione caotica che vive via Emilia Santo Stefano, con decine di auto spesso parcheggiate sul marciapiede o sulla pista ciclabile, merita sicuramente una nuova tutela. A maggior ragione, la presenza di scuole e luoghi di culto frequentati da bambini e anziani, dovrebbe essere un’ulteriore stimolo a disincentivare il traffico senza controllo. Le esperienze positive delle strade scolastiche insegnano già da anni ai piccoli alunni a muoversi in modo sostenibile ed educano anche quei genitori che prima pretendevano di accompagnare i figli in classe con il suv.

Siamo sempre così ammirati da città come Amsterdam dove le persone si spostano quasi esclusivamente in bicicletta o sui mezzi pubblici, ma abbiamo paura di applicare quei modelli alle nostre città perché ci spaventa un cambiamento di abitudine. Il tema non è blindare l’esagono e renderlo inaccessibile, ma trovare soluzioni che rendano vantaggioso spostarsi in bicicletta, a piedi e con i mezzi pubblici, lasciando l’auto a casa per chi è vicino oppure in un parcheggio scambiatore per chi arriva da fuori città.

I commercianti sono spaventati dal minore passaggio, ma è evidente a tutti che oggi la via Emilia e Corso Garibaldi sono utilizzati per tagliare il centro e saltare la circonvallazione, non certo per fermarsi a fare acquisti. Bisognerebbe spostare il focus della protesta facendo una raccolta firme per ampliare l’offerta del trasporto pubblico e la sua frequenza, nonché migliorare i collegamenti ciclabili e non protestare affinché tutti i veicoli possano transitare all’interno dell’esagono. Sicuramente, questa mozione non troverebbe opposizioni e sarebbe accolta con favore da tutta la cittadinanza.

Elisa Moratti