“Stazione, terra di nessuno: servono sicurezza e progetti”

1 giugno 2023 | 18:39
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“Stazione, terra di nessuno: servono sicurezza e progetti”

Maria Diletto, presidente dell’Associazione La Nuova Luce che aiuta i ragazzi senza fissa dimora: “Dobbiamo dare un riscatto alla vita di questi ragazzi”

REGGIO EMILIA – “La sera la stazione è terra di nessuno. Servono sicurezza e progetti”. Lo dice Maria Diletto, presidente dell’Associazione La Nuova Luce che aiuta i ragazzi senza fissa dimora e che conosceva bene il 18enne ucciso a coltellate ieri mattina in stazione a Reggio Emilia.

Aggiunge la Diletto: “Serve sicurezza, ma soprattutto percorsi e alternative per le persone senza fissa dimora. Conoscevo il ragazzo che è stato ucciso, è andato a vivere in stazione perché non ha avuto altre possibilità”.

Come la situazione in stazione a Reggio Emilia?
Di giorno quando andiamo per portare i pasti è una festa, quando invece andiamo
alla sera per portare coperte o farmaci è terra di nessuno. Ci sono litigi anche
per contendersi i posti dove uno può stendere la coperta e per dormire ripresi da una
telecamera perché mi hanno spiegato che così sei più sicuro. Mi hanno detto che
se in stazione o in Piazzale Europa e dormi vicino a una telecamera difficilmente
qualcuno può venire a darti fastidio per rubarti il cellulare o le scarpe, sono i posti
più ricercati dalle donne senza fissa dimora.

Sono molte le donne che vivono la stazione?
Sì, purtroppo sì e sono quelle che corrono più rischi, sia di venire derubate o peggio.

Conoscevi il ragazzo che è stato ucciso?
Sì, l’ho conoscevo da tempo. Faceva parte di una comunità di minori stranieri non
accompagnati fino a qualche mese fa. La sera che è morto, mi viene da
piangere ancora solo a pensarci, avevamo organizzato un compleanno per un’altra
persona senza fissa dimora, era venuto anche lui per prendere un piatto di cous
cous. Era stata una bellissima serata. Mi ricordo ancora il sorriso che Mohamed Ali
mi ha fatto quando gli ho dato il suo piatto, credo non lo scorderò mai.

Quindi questo ragazzo era seguito da un servizio di accoglienza e poi si è trovato solo?
Questo ragazzo compiuti i 18 anni, solo qualche mese fa, è stato dimesso dalla
comunità che lo ospitava, perché non c’era la copertura economica di altri progetti e
altre reti di aiuto. Non ha trovato alternative ed è andato a vivere in stazione. Questo
non è un caso isolato, succede alla maggior parte di questi ragazzi. Io ho deciso di fondare l’Associazione La Nuove Luce proprio con quattro ragazzi che, maggiorenni, sono stati allontanati della comunità che gli ospitava. Il primo obiettivo era assicurare un futuro a questi quattro bravi ragazzi. Gli ho aiutati con lavoro, casa e documenti. Non avrei mai pensato di trovarvi in trincea tutti i giorni in stazione ma davvero non possiamo lasciare sole queste persone, hanno bisogno del nostro aiuto.

Come hai scoperto del decesso di Mohamed Ali?
Mi hanno chiamato e scritto i ragazzi senza fissa dimora della stazione già dalla prima mattina, erano tutti tristi e increduli. Pensate che erano preoccupati per me e mi chiedevano come stavo io alla notizia, piangevano tutti.

Da quello che racconti sembra che siano propri le persone senza fissa dimora a richiedere sicurezza
Sì, è così. Ci sono angherie di alcuni gruppi sui soggetti più deboli.

Cosa pensi sia necessario fare in stazione?
Ci vogliono più controlli, presidi fissi non solo delle forze dell’ordine ma anche progetti sociali sia sulle persone sia sui luoghi, dobbiamo dare un riscatto alla vita di
questi ragazzi e ragazze.

D.L.D.