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Sanità, la Cgil: “Ausl troppo prona a Regione”

22 giugno 2023 | 15:54
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Sanità, la Cgil: “Ausl troppo prona a Regione”

Il segretario Sesena bacchetta anche la Cisl: “Il tempo della convegnistica è finito”

REGGIO EMILIA – Se la sanità nazionale è sotto attacco, quella reggiana non sta meglio. Lo sottolinea Cristian Sesena, segretario provinciale della Cgil, evidenziandone le criticità alla vigilia della manifestazione nazionale di sabato a Roma.

“Anche sul territorio i problemi non mancano”, attacca Sesena, ricordando “le liste d’attesa che (per alcune prestazioni, ndr) arrivano fino a due anni”, il tema della riforma del sistema dell’emergenza urgenza “che ha in mente la Regione e credo che possa essere molto pericolosa se non viene veicolata adeguatamente sul piano comunicativo”, e le recenti discussioni “sulle auto mediche e sulle chiusure e riaperture dei pronto soccorso della provincia”.

Tutto ciò, secondo Sesena, “dà l’idea della difficoltà ad avere una visione lunga sul tema della sanità” e il segretario ne ha per tutti. All’Ausl, “la maggiore azienda reggiana per numero di dipendenti”, il segretario rimprovera di “non brillare per autonomia” e di essere “molto esecutrice delle direttive della Regione” che invece andrebbero tagliate su misura della realtà locale. Un aspetto che si riflette “anche nelle relazioni industriali”.

Ma anche “la Regione e gli enti locali – punge Sesena – devono uscire dall’ambiguità. O fanno la battaglia contro il governo per difendere il modello che abbiamo, oppure no. Non c’è negoziazione possibile rispetto anche al furore idelogico che il Governo sta mettendo nell’attacco alla sanità pubblica e al nostro sistema regionale che è sempre stato virtuoso”.

Infine alla Cisl, che non sarà in piazza e ha organizzato oggi all’università un convegno sulla “sanità che scricchiola”, il segretario della Cgil dice: “Lodevole iniziativa. Ma il tempo della convegnistica è finito. Abbiamo dei problemi reali e ci mobilitiamo. La sanità pubblica è elemento di coesione sociale e non vogliamo che venga trasformata in modo che acuisca sempre di più le diseguaglianze esistenti”.

Per riformare la sanità reggiana, conclude Sesena, “forse la chiave sarebbe una specializzazione degli ospedali rispetto all’offerta generica e bisognerebbe parlare di più del fatto che questi pronto soccorso aprono spesso con medici a gettone che percepiscono una retribuzione giornaliera superiore al dipendente pubblico”. Più in generale “bisognerebbe ripensare a sistema complessivo e non alla singola risposta temporale e parziale data al singolo territorio e iniziare a ragionare nell’ottica della provincia”.