L’ex pm Pennisi: “C’erano estremi per una nuova indagine”

15 giugno 2023 | 09:47
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L’ex pm Pennisi: “C’erano estremi per una nuova indagine”

Pennisi all’Hotel Posta racconta del processo Aemilia e di come la politica locale non capì l’infiltrazione mafiosa

REGGIO EMILIA – “Le indagini su Aemilia sono state fatte con un alto grado di accertamento sulla struttura della ‘ndrangheta in Emilia. Per la mia esperienza ritengo ci fossero i presupposti per iniziare una nuova indagine preliminare”. E’ un fiume in piena il magistrato Pennisi e non si sottrae a nessuna domanda rispondendo con precisione.

Si svolto ieri all’Hotel Posta il convegno promosso dall’Associazione Costituzione Civica che ha visto come relatore il noto magistrato antimafia Roberto Pennisi, per anni sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e magistrato anche dell’inchiesta Aemilia sul radicamento della ‘ndrangheta nel nostro territorio.

Pennisi è tornato apposta in città per chiarire le posizioni apparse sulla stampa dove parlava della scelta di non indagare sugli esponenti della sinistra reggiana nell’inchiesta Aemilia, dichiarazioni che hanno creato un grande dibattito in città tra la politica, ordine degli avvocati e magistratura.

Pennisi

Dice: “Ero in servizio alla direzione antimafia dal 2005, nel 2011 mi venne chiesto da un valente Procuratore della Repubblica, Roberto Alfonso, di capire se all’interno di una indagine preliminare sul contesto emiliano se c’erano gli estremi per di azioni criminali di stampo mafioso. Fino al 2013 mi impegnai su questo compito oltre a tenere i rapporti tra l’azione qui a Reggio Emilia e gli uffici della DIA di Bologna. Il risultato del nostro lavoro fu positivo, vennero fuori oltre 240 persone imputate per associazione mafiosa”.

Sulla politica reggiana è duro: “Il risentimento per il nostro lavoro è arrivato da ambienti da cui ci aspettavamo questo, ma anche da ambienti inaspettati che non hanno capito per niente il fenomeno mafioso. Questo non ha aiutato a far comprendere la percezione del fenomeno mafioso sul territorio ai cittadini reggiani. Mi è rimasta impressa questa scena. Una esponente politica della città di Reggio Emilia, dopo un lungo esame, iniziò a parlare liberamente come un fiume in piena del sistema locale. Alla fine scoppiò in lacrime, un pianto liberatorio”.

Il magistrato chiude con un ammonimento: “Attenzione alla ricostruzione post alluvione in Romagna, abbiamo già visto come la mafia ha lavorato qui dopo il terremoto”.

L’incontro è stato moderato dall’avvocato Marina Bortolani (direttore del magazine Reggio Focus) e ha visto l’intervento di Erica Romani (Associazione Costituzione Civica), di Marco Eboli, già consigliere comunale e coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia, Daniele Valentini, coordinatore di ItalExit Emilia-Romagna, e Marcello Moretti, ex sindaco di Sant’Ilario per il Partito Democratico.