Editoriali

La festa del sacrificio e lo stupore di Roberto Salati

28 giugno 2023 | 15:22
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La festa del sacrificio e lo stupore di Roberto Salati

Il capogruppo della Lega tuona contro il fatto che uomini e donne preghino separati, ma ignora che questa è la prassi in tutto il mondo islamico e non solo

REGGIO EMILIA – L’ex candidato sindaco del centrodestra e ora capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale, Roberto Salati, ci delizia sempre con alcuni interventi che, se non ci fossero, lo confessiamo, ci mancherebbero. L’ultimo riguarda lo scandalo, a suo parere, avvenuto questa mattina al parco del Carrozzone (dove era presente anche il sindaco Luca Vecchi) che ha visto uomini e donne della comunità islamica pregare separati durante la festa del sacrificio della comunità islamica.

Salati è insorto sostenendo che è inaccettabile che “nel 2023 ci vengano imposte, a casa nostra, delle regole discriminatorie e lontane dalla nostra cultura e tradizione” a pochi giorni dallo sbandierato Gay Pride “dove il sindaco e tutti i rappresentanti delle istituzioni locali si sono prodigati per i diritti e l’orgoglio LGBTQIA+”. Si chiede il capogruppo della Lega: “Ma il rispetto per le donne dov’è finito??? E il rispetto per la cultura del paese che vi accoglie?”.

Festa del sacrificio

Ora, a parte che sarebbe facile obiettare che la comunità islamica reggiana è a casa sua, perché gli uomini e le donne che si sono radunati questa mattina in quel prato sono cittadini regolari che vivono, lavorano e pagano le tasse nel nostro Paese, c’è un altro aspetto da fargli notare.

Nella comunità islamica e dunque anche nelle moschee e nei luoghi di culto è la prassi che donne e uomini preghino in settori diversi e abbiano entrate diverse. Questo per non distrarre entrambi i sessi dalle preghiere. Non è una prerogativa, peraltro, solo dei musulmani. Nelle sinagoghe ortodosse uomini e donne pregano ancora in settori diversi, mentre al muro del pianto di Gerusalemme solo recentemente è stata istituita un’area mista per fare pregare insieme uomini e donne. Anche nel cristianesimo questo avveniva un tempo e ne sono testimonianza i matronei delle chiese.

Non c’è, dunque, nessuno scandalo o discriminazione. E’ una tradizione che, come abbiamo visto, non appartiene solo alla comunità islamica. Consigliamo a Roberto Salati un bel viaggio nei paesi di cultura islamica (ma anche al muro del Pianto di Gerusalemme, se preferisce) dove potrà toccare con mano le tradizioni che gli abbiamo appena illustrato, vedere siti archeologici stupendi e potrà godere della meravigliosa ospitalità di quei popoli.