“Centro storico svantaggioso per i commercianti”

7 giugno 2023 | 16:07
Share0
“Centro storico svantaggioso per i commercianti”

Intervista a Sergio Muccilli, presidente di ConfLavoro: “Quali agevolazioni per aprire oggi un negozio in centro storico? Nessuna. Dobbiamo lavorare su affitti e su mobilità”

REGGIO EMILIA – “Un commerciante oggi non ha nessun vantaggio a spostare la sua attività in centro storico. Anzi, è vero l’esatto contrario: va incontro a degli aggravi, a delle difficoltà oggettive, a degli affitti talvolta surreali che si traducono in vetrine vuote e portano come conseguenza ulteriore una minore percezione di sicurezza nelle persone”.

Lo dice Sergio Muccilli, 35 anni, fondatore dell’azienda Ristutturcasa e nuovo presidente di Conflavoro PMI a Reggio Emilia. Conflavoro PMI è una associazione di categoria che in tutta Italia rappresenta a ogni livello amministrativo 80 mila piccole e medie imprese, di cui 13 mila attive nel settore del Commercio. Da giovane e da imprenditore, gli abbiamo chiesto se e come secondo lui il nostro territorio può compiere uno scatto in avanti in termini di sviluppo.

Perché una persona giovane decide di diventare presidente di una associazione di imprenditori?
Sta sparendo il rapporto umano tra gli imprenditori, prima guidato, coordinato dalle associazioni di categoria. Chi fa impresa ed è giovane non vede più le associazioni come un supporto, come una realtà promotrice del sostegno reciproco tra imprenditori. Io, noi di Conflavoro PMI, vogliamo invece che il giovane torni al centro del progetto di sviluppo dei territori e del Paese intero. Per farlo ha però bisogno di essere formato, sostenuto, ha bisogno di imprenditori al servizio degli imprenditori e quindi di inserirsi a sua volta in questo circolo di mutuo sostegno. Vogliamo restituire un aspetto positivo all’associazionismo soprattutto alle nuove generazioni e questa è una sfida che voglio personalmente portare avanti, iniziata già come rappresentante del nostro territorio nel gruppo nazionale dei Giovani Imprenditori di Conflavoro PMI.

Perché i giovani imprenditori non si iscrivono alle associazioni di categoria secondo lei?
È sparito anche il ‘core business’ tipico dell’associazione di categoria, che dovrebbe tutelare e rappresentare le istanze delle aziende associate. Oggi quasi tutte sono invece viste come associazioni di meri servizi: fai la tessera associativa, paghi la tua spesa annuale, ma non fai realmente parte di un gruppo, non ti senti con le spalle coperto in caso di bisogno. Conflavoro PMI recupera questi aspetti perduti nel tempo e non lo diciamo noi, ma ce lo riconoscono i nostri associati e lo testimonia la nostra presenza capillare ai vari Tavoli di lavoro, da quelli centrali di Governo e Parlamento fino a quelli locali. Lo ribadisco: è l’aspetto sociale e umano che è venuto a mancare, noi invece lavoriamo molto su quello e sull’affiancamento alle aziende, cercando la soluzione migliore ai loro tanti problemi quotidiani.

Quali sono i problemi del commercio a Reggio Emilia e che soluzioni avete?
Servono agevolazioni sia per chi decide di prendere sede in centro, sia per chi vuole riqualificare il proprio stabile. Penso che la bellezza e la praticità dei luoghi siano il vero volano per l’attrattività, dunque la riqualificazione stessa e la vivibilità del centro storico sono punti centrali.

Perché un commerciante dovrebbe aprire o spostare la sua attività in centro? Quali vantaggi ha?
Ad oggi nessuno, anzi è vero l’esatto contrario: va incontro a degli aggravi, a delle difficoltà oggettive, a degli affitti talvolta surreali che si traducono in vetrine vuote e portano come conseguenza ulteriore una minore percezione di sicurezza nelle persone. Ma senza andare troppo in là, per descrivere un problema che tocca tutti è sufficiente parlare della mobilità di clienti e fornitori. Mi concentro, non a caso, sui fornitori perché anche loro sono spesso piccole aziende o autonomi, e quando si parla di commercio si tende a non dare la giusta importanza alla filiera. Oggi, nella fattispecie, consegnare per lavoro la merce nel centro storico è tutto tranne che semplice, quindi certe situazioni provocano un disagio diffuso che tocca anche chi sembra non toccare.

Sulla mobilità a cosa si riferisce?
A Reggio Emilia molti quartieri non sono ben collegati e questo non aiuta di sicuro il commercio. In termini di sostenibilità ambientale è doveroso garantire un’alternativa alla mobilità privata, ma non basta certamente la buona volontà, né sono utili le solite misure buone solo a far cassa. Bisogna piuttosto investire in un percorso alternativo e premiale, perché non è mettendo di colpo i parcheggi a pagamento e le ZTL che si aiutano i commercianti. Queste scelte vanno ragionate insieme, amministrazione e associazioni, e ci vuole calma.

Quali attività avete in cantiere?
Ci stiamo avvicinando alle attività del centro storico, presentandoci a tutti i negozianti per capire le difficoltà quotidiane e come possiamo aiutarli. Vogliamo tornare a un associazionismo di base, richiede tempo e fatica ma pensiamo che sia l’unico modo per far star bene le persone e portare a casa insieme dei risultati.

D.L.D.