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Parto tragico, quando “le distanze fanno la differenza fra la vita e la morte”

22 maggio 2023 | 16:26
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Parto tragico, quando “le distanze fanno la differenza fra la vita e la morte”

Nadia Vassallo: “Noi qui in montagna non possiamo rassegnarci ad essere considerati dall’Ausl reggiana e dalla Regione una riserva indiana, il sud del mondo”

REGGIO EMILIAPrendo atto della risposta dell’Ausl che conferma quanto ho anticipato con la mia lettera alla stampa. L’Ausl conferma la morte di un bambino nell’ultima fase di gestazione e, presumibilmente, durante il trasporto fra il Sant’Anna, dove la mamma si era recata con forti dolori, ed il Santa Maria dove è stata spedita. L’Ausl inoltre conferma l’inadeguatezza attuale dell’ospedale di Castelnovo Monti per gestire le emergenze ostetriche che possono portare alla morte del bambino e anche della madre.

Ne risulta che la popolazione di donne gravide della montagna non è coperta da nessun tipo di assistenza al parto ed anche all’emergenza, perché il punto nascita che espletava egregiamente questo compito è stato cancellato per decreto regionale nel 2017. Dispiace però che la nota stampa dell’Ausl sia congegnata per evitare le proprie responsabilità.

Anzitutto perché se è vero che non è in suo potere impedire che “dette evenienze accadano” è comunque suo dovere prevedere come affrontarle per eliminare l’handicap della distanza che le donne di montagna hanno rispetto a quelle di pianura. Le sale operatorie, i chirurghi, i ginecologi e un reparto di ostetricia e ginecologia sono presenti a Castelnovo Monti e debbono essere messi in grado di affrontare con competenza e mezzi le emergenze che richiedono interventi immediati e non differiti nel tempo.

L’Ausl non può autoassolversi dicendo che i “sanitari con il loro pronto ed appropriato intervento hanno garantito la migliore assistenza possibile” quando nel momento più importante, ovvero quando il bambino era presumibilmente ancora in vita, “i sanitari del Pronto Soccorso avvalendosi della consulenza ostetrica – sempre presente in ospedale – hanno correttamente compreso che non si trattava dell’avvio di un parto fisiologico” per poi spedire la donna a Reggio dove il bambino è arrivato morto.

Le emergenze non possono essere differite nel tempo, in balia del traffico, del meteo, delle disponibilità dei mezzi. Fino al 2017 queste emergenze venivano affrontate con competenza ed esiti positivi in loco, mentre oggi l’Ausl si nasconde dietro frasi inquietanti come: “l’intervento chirurgico da effettuare in queste situazioni è un’emergenza che richiede competenze specialistiche di prim’ordine oltre che di una larga esperienza”. Ma chi avete mandato a Castelnovo? Avete capito che qui le distanze fanno la differenza fra la vita e la morte?

Noi qui in montagna non possiamo rassegnarci ad essere considerati dall’Ausl reggiana e dalla Regione Emilia Romagna una riserva indiana, il sud del mondo, un sottosviluppo civile che non merita attenzione, e che proprio le statistiche che voi sciorinate dicono avere tassi di nati/mortalità nel mondo (Stillbirth 2019 – Istituto Superiore della Sanità) doppi o tripli rispetto alle zone urbane e ai paesi civilizzati.

Per quanto abbiano cercato di far intendere che quella morte era inevitabile e frutto di un destino cinico e baro, non è il destino ad aver tolto il punto nascita di Castelnovo e tante sono le mamme e i figli che possono ringraziare di esserci grazie a quel servizio che voi avete osteggiato e che la Regione ha cancellato.

Nadia Vassallo, consigliere comunale di minoranza di Castelnovo ne’ Cuori