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L’Oms dichiara la fine della pandemia da Covid-19

5 maggio 2023 | 22:22
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L’Oms dichiara la fine della pandemia da Covid-19

Anelli: “La malattia non è scomparsa”. Bassetti: “Meglio tardi che mai”

ROMA – Dopo oltre tre anni la pandemia da Covid-19 è arrivata alla fine. A dichiararlo è l’Organizzazione mondiale della sanità che su twitter ha pubblicato un’ultima ora in cui annuncia: “L’emergenza sanitaria globale è finita”. “Ieri il Comitato di emergenza si è riunito per la 15esima volta e mi ha raccomandato di dichiarare la fine dell’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Ho accettato il consiglio”, scrive nel post il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

FINE EMERGENZA, ANELLI (FNOMCEO): MALATTIA NON È SCOMPARSA

“I numeri delle infezioni da Covid in tutto il mondo stanno scendendo e quindi si riduce sostanzialmente questa malattia da essere pandemica a una malattia endemica, cioé presente sempre sul territorio. L’Oms ha deciso di ‘declassare’ sotto questo aspetto, sotto l’aspetto numerico, questa malattia. Però la malattia continua ad essere una delle patologie temibili perché ancora oggi provoca morti nel nostro paese”.

Con queste parole il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, spiega la decisione dell’Organizzazione mondiale della Sanità di dichiarare la fine dell’emergenza sanitaria internazionale, che era stato indetta il 30 gennaio 2020. Lo fa in un video per Fnomceo Tg Sanità, diffuso in anteprima. Lo stesso Direttore Generale dell’Oms Tedros Ghebreyesus ha invitato alla prudenza, sottolineando che il virus è qui per restare e tutti i paesi dovranno imparare a gestirlo insieme ad altre malattie infettive. Sempre secondo Oms il numero di decessi settimanali segnalati è stato il più basso da marzo 2020, ma nel mese di aprile, in Italia, si sono registrati ancora più di 600 morti. 20 milioni, in questi tre anni, i morti stimati dall’Oms, come dichiarato oggi in conferenza stampa da Tedros Ghebreyesus.

SCHILLACI: “PANDEMIA ALLE SPALLE, RICORDARE SACRIFICI AFFINCHÉ NON ACCADA PIÙ“

“Da oggi possiamo dire che l’emergenza sanitaria Covid19 è alle nostre spalle. Il mio pensiero va innanzitutto ai medici e agli operatori sanitari e sociosanitari che non hanno risparmiato energie per combattere questo incubo globale e alle persone che non ce l’hanno fatta. In loro memoria non dobbiamo dimenticare questa terribile esperienza e dobbiamo rafforzare la ricerca, le strutture sanitarie e l’assistenza territoriale perché non accada mai più niente di simile”. È quanto dichiara il ministro della Salute, Orazio Schillaci.

FINE EMERGENZA, BASSETTI: “OMS HA DETTO STOP, MEGLIO TARDI CHE MAI“

“‘Il Big Bang ha detto stop’ diceva il grande Enzo Tortora…e anche l’Oms ha detto stop. È finita la pandemia anche per loro. È arrivato da pochi minuti l’annuncio molto atteso e forse tardivo. Meglio tardi che mai possiamo dire. Ora giriamo pagina definitivamente, sapendo che la pandemia è stata vinta grazie ai progressi e alle conquiste della scienza e della medicina e al sacrificio e al lavoro di tutti i sanitari del mondo”, scrive sul proprio profilo Facebook il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti.

FNOPI: “GETTARE BASI PER UNA NUOVA FASE”

“La fine dello stato di emergenza Covid consente di iniziare a gettare le basi per una nuova fase. Aprire un nuovo capitolo significa, innanzitutto, ragionare sulla lezione che ci consegna la stagione del Covid. Non possiamo farci trovare impreparati nel caso di nuove emergenze. Bisogna, allora, programmare investimenti sul personale, andando a rimpolpare organici in troppi casi sguarniti che costringono gli operatori a turni massacranti. È poi necessario trasformare in fatti concreti i proclami che si susseguono da anni circa il decongestionamento degli ospedali. Un obiettivo che si raggiunge soltanto organizzando in modo serio e capillare l’assistenza territoriale e domiciliare. Come abbiamo potuto appurare durante i giorni più tragici del Covid, non è sostenibile demandare tutto ai Pronto Soccorso. Occorre un radicale cambio di passo, che riesca a intercettare anche l’emergere di nuovi bisogni tra i pazienti.

Un cambiamento cui possiamo guardare con ottimismo, grazie al lavoro che sta impostando il Ministro Orazio Schillaci. Nel frattempo, la progressiva fuoriuscita dalla pandemia non deve farci dimenticare l’importanza della prevenzione che passa anche da alcune cautele quotidiane che afferiscono alla responsabilità individuale. Tutto ciò perché superare lo stato pandemico non deve equivalere a gettare nell’oblio quanto avvenuto in questi tre anni: dal grande sforzo messo in campo da tutto il SSN, alle misure di rigore e cautela adottate dall’ex Ministro Roberto Speranza”. Lo afferma, in una nota, la Federazione degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi).

LA PANDEMIA È FINITA, RESTANO INFODEMIA E DISINFORMAZIONE

Social network e intelligenza artificiale, comunicazione dell’incertezza e prebunking, formazione dei professionisti sanitari e creazione di gruppi multidisciplinari: sono queste le chiavi per ascoltare i dubbi delle comunità e coinvolgerle riducendo le distorsioni informative. Esce oggi il libro di Pensiero Scientifico Editore sulla gestione della comunicazione nelle emergenze sanitarie.

Il volume ripercorre questi tre anni di emergenza dal punto di vista della comunicazione: dagli 800 morti e 6mila ricoverati ad inizio pandemia per avvelenamento da metanolo presentato come una cura per il Covid, alle teorie complottiste dei no vax, dall’aumento di mezzo miliardo di utenti delle piattaforme social, al ruolo comunicativo del CTS, agli scontri in conferenza stampa tra Trump e FauciTermina la pandemia, ma non scompaiono infodemia e disinformazione.

L’eccesso di informazioni, spesso inesatte o distorte, adesso sta inquinando il racconto della guerra e in futuro potrebbe compromettere le crisi sanitarie legate al cambiamento climatico. Siamo alla dichiarazione di “fine pandemia” da parte dell’OMS dopo tre anni che hanno stravolto le vite di milioni di persone in tutto il Mondo. In Italia già da mesi ci siamo lasciati alle spalle zone rosse e mascherine. Eppure, se a livello sanitario si trasforma il Covid-19 in una endemia, non si può dire lo stesso riguardo all’informazione sulla salute che resta troppo spesso vittima di distorsioni e manipolazioni.

Come in una sorta di “sindrome post-covid”, il nostro sistema informativo deve fare i conti con le conseguenze di quanto accaduto. “In questi anni abbiamo dovuto affrontare un vero e proprio tsunami informativo, ovvero una sovrabbondanza di informazioni, alcune accurate e molte altre distorte, che hanno reso, e rendono tuttora difficile per le persone trovare fonti e riferimenti affidabili in caso di bisogno. In alcuni casi l’infodemia porta a effetti negativi diretti, come un incremento della mortalità: si pensi che nel mondo ad inizio pandemia 800 persone sono morte e quasi 6000 sono finite in ospedale per avvelenamento da metanolo che era stato presentato come una cura per il Covid. Ma in generale crea un clima di confusione e sfiducia che è pericolosa come la crisi sanitaria stessa.

La pandemia è stata l’occasione per mettere alla prova le nostre capacità di gestione e contrasto della disinformazione, ma oggi ci troviamo a dover compiere un ulteriore sforzo davanti alle possibili criticità legate all’intelligenza artificiale. Dobbiamo avviare al più presto una riflessione che coinvolga la sanità pubblica e cominciare a lavorare su nuove tecnologie e formazione interdisciplinare perché questo non si ripresenti domani”, commenta Cesare Buquicchio, autore insieme a Cristiana Pulcinelli e Diana Romersi del libro La comunicazione nelle emergenze sanitarie. Gestione dell’infodemia e contrasto alla disinformazione come strumenti di sanità pubblica appena pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore.

Se si considera che in un solo anno – dal gennaio 2020 al gennaio 2021 – gli utenti dei social media nel mondo sono aumentati del 13%, ovvero mezzo miliardo in più, risulta evidente che il fenomeno del disordine informativo è in crescita.

Come affrontarlo? E, più in generale, come impostare una comunicazione del rischio in emergenza affidabile, trasparente ed efficace? Quali strumenti dare ai professionisti sanitari, e non solo, per gestire infodemia e comunicazione con i media tradizionali e i social media? Come coinvolgere le comunità su prevenzione e corretto approccio alla salute?

Il libro, introdotto dalla presentazione di Elena Savoia (Harvard T.H. Chan school of public health) e dalla premessa di Caterina Rizzo (Università di Pisa), indica un percorso, basato sulle più recenti teorie e sull’esperienza degli autori, per cercare di rispondere a queste domande. La posta in gioco è altissima, perché di emergenze sanitarie ce ne troveremo senz’altro di fronte altre, a cominciare dalle conseguenze del cambiamento climatico. Bisogna farci trovare pronti prima che bussi alla porta una nuova crisi e, con essa, un nuovo tsunami informativo (fonte Dire).