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Iren-Mekorot, esposto in procura di Rec

16 maggio 2023 | 15:56
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Iren-Mekorot, esposto in procura di Rec

Lo ha presentato Reggio Emilia in Comune che chiede che si valuti se c’è stata una violazione dello Statuto Comunale

REGGIO EMILIA – Reggio Emilia in Comune ha presentato un esposto in procura per ottenere chiarimenti riguardo alla presunta violazione degli articoli 13, 13.2 e 13.3 dello statuto comunale. L’esposto coinvolge l’amministrazione comunale e il suo rappresentante legale, il sindaco Vecchi, accusandoli di non aver bloccato l’accordo tra Iren e Mekorot. Il Comune di Reggio Emilia detiene una quota pari al 6,42% di Iren Spa e il sindaco di Reggio Emilia è il coordinatore del Patto parasociale di Iren.

Scrive Rec: “È importante ricordare che la Mekorot Water Company Ltd., la compagnia idrica nazionale di Israele, è presente nel database delle società delle Nazioni Unite che traggono profitto dall’occupazione e colonizzazione israeliana dei territori palestinesi, e quindi viene considerata complice del progetto coloniale illegale di Israele”.

Tutto ciò, secondo Reggio Emilia in Comune, va in contrasto con lo Statuto Comunale: l’articolo 13 impone all’Amministrazione di “riconoscere il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua potabile come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile”. L’articolo 13.2 specifica che “il Comune, nell’esercizio delle sue funzioni, si ispira ai principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948”.

L’articolo 13.3 afferma che “il Comune si impegna a promuovere la tutela dei diritti umani in tutto il mondo, con particolare attenzione ai paesi con cui si intrattengono rapporti di gemellaggio o amicizia, anche attraverso azioni di sensibilizzazione e informazione” (Reggio Emilia è gemellata con Beit Jala, in Palestina).

Conclude Rec: “Violando gli articoli 13 dello Statuto Comunale, i nostri amministratori pongono il Comune di Reggio Emilia al di fuori del diritto internazionale, della Convenzione di Ginevra e in contrasto con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Abbiamo pertanto richiesto chiarezza su questa questione, attivando le autorità competenti”.