Anoressia e bulimia, come riconoscerle: i sintomi

31 maggio 2023 | 08:41
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Anoressia e bulimia, come riconoscerle: i sintomi

Attenzione a digiuni reiterati, immagini corporee alterate, problemi digestivi frequenti, stati di angoscia, improvvise perdite di controllo

REGGIO EMILIA – Nei giorni scorsi circa settanta persone hanno presenziato, alla sede della ‘Casa del Dono’, all’incontro/evento dal titolo ‘Cibo ed Emozioni’ sul tema dell’anoressia e della bulimia. L’occasione ha visto come protagoniste Maria Addezio (psicologa) e Silvia Schivo (biologa nutrizionista). Lo spunto alla base dell’iniziativa era di sensibilizzare la popolazione alla necessità/utilità di prevenire i disturbi del comportamento alimentare (DCA) tra i quali ricordiamo anoressia e bulimia.

Dati alla mano, in Emilia-Romagna, solo nell’anno 2021, sono stati 2.008 i pazienti presi in cura per contrastare tali fenomeni di anoressia e bulimia. Siamo davanti a sofferenze che possono segnare profondamente la vita quotidiana di chi ne è colpito degradandone la qualità di vita. Il grave diffondersi di queste patologie rende necessaria una presa di coscienza generale che può svilupparsi solo grazie a iniziative come quella della ‘Casa del Dono’.

La prevenzione può aiutarci a fare si che il mangiare resti un piacere e non l’oggetto delle nostre angosce. Non a caso, il progetto ‘Cibo ed Emozioni’ si articola su due macro-aree: la prima mediante convegni divulgativi, aperti alla popolazione adulta, incentrati sul rapporto tra l’alimentazione e le dinamiche psicologiche ad essa sottese; la seconda basata su incontri nelle scuole secondarie di secondo grado al fine di sensibilizzare sia gli alunni sia i docenti al tema.

I convegni divulgativi hanno la potenzialità di sviscerare quel legame tra cibo ed emozione su più livelli (neurobiologico, psicologico, socio-culturale) invitando così i soggetti a una personale riflessione su come tale complessa correlazione tra il mondo della nutrizione e quello della psicologia coinvolga ogni singolo individuo, inducendolo talvolta anche a una vera e propria sfida personale. Partendo dalle attuali conoscenze, sull’asse intestino/cervello mediato dal microbiota intestinale, il ruolo che l’alimentazione ha sul corpo e sulla mente è determinante.

Per questo motivo viene esaminata la Diet Culture (cultura della dieta) e tutte le possibili conseguenze di una società all’insegna dell’associazione tra il “magro” e il “successo”, allo scopo di relativizzare i canoni di bellezza e di riappropriarsi personalmente della propria salute e del proprio benessere psico-fisico, liberi da pregiudizi esterni. ‘Il cibo non ha giudizio’ è uno dei mantra del progetto, che cerca di far risaltare il valore morale degli alimenti, che, appunto, non sono buoni o cattivi; il cibo è solo cibo e il giudizio è l’uomo a darlo.

I DCA, però, si possono prevenire riconoscendo alcuni segnali premonitori tra cui a spiccare sono digiuni reiterati, immagini corporee alterate, problemi digestivi frequenti, stati di angoscia, improvvise perdite di controllo riconducibili a comportamenti anoressici o bulimici; stati che possono essere trattati in tempo ancora prima di tramutare in veri e propri disturbi. Il messaggio chiave è il mettersi in ascolto di sé stessi, e laddove si individui uno stato di disagio è opportuno contattare un esperto in ambito di salute.