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Spaccio di cocaina, un arresto: sequestrati tre etti di droga

21 aprile 2023 | 12:55
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Spaccio di cocaina, un arresto: sequestrati tre etti di droga

In manette un albanese a cui sono stati sequestrati anche 159mila euro

REGGIO EMILIA – La polizia ha arrestato un trafficante di cocaina e ha sequestrato 336 grammi di cocaina e 159mila euro contanti. Il 20 aprile scorso gli investigatori della questura di Bologna, con l’ausilio della squadra mobile reggiana, hanno eseguito due misure cautelari carcerarie emesse dal Gip del Tribunale di Firenze, al termine di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna e poi dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze, a carico di due albanesi residenti in città.

Nel corso dell’esecuzione, in particolare, a casa di uno dei due destinatari di misura, è stato trovato un albanese che non era da arrestare. Nell’abitazione, conservati sottovuoto, sono stati trovati 159mila euro in contanti e le chiavi di due auto. All’interno di una delle due sono stati trovati e sequestrati dagli investigatori della squadra mobile felsinea, oltre tre etti di cocaina.

Lo stupefacente ed il denaro sono stati sequestrati, mentre l’albanese è stato arrestato per detenzione a fini di spaccio di cocaina.

Questo arresto si colloca nell’ambito di un’inchiesta, coordinata dalla Dda di Firenze, su una banda di narcotrafficanti che, negli anni, avrebbe importato dall’Olanda 300 chili di cocaina. Nel complesso sono state arrestate otto persone e ne sono state indagate 48. Si tratta di un sodalizio criminale composto da albanesi e italiani che avrebbe appunto portato in Italia fiumi di droga. Al vertice dell’organizzazione ci sarebbero due fratelli albanesi ed un terzo connazionale, che vivono a Santa Croce sull’Arno (Pisa) e a Massa e Cozzile (Pistoia), che avrebbero trasportato, nascosti nel doppio fondo di varie auto, 10 chilogrammi di cocaina per viaggio (mediamente due-tre al mese), al prezzo di 24-30.000 euro al chilo poi commercializzato con un ricarico tra i 3.000 ed i 10.000 al chilo.

Lo stupefacente, una volta acquistato in Olanda, veniva trasportato in Italia dai collaboratori e nascosto in case lontane dai luoghi di dimora dei capi. Due quinti della banda, infatti, si occupavano di trovare abitazioni da usare come basi logistiche, delle auto da utilizzare per il trasporto della cocaina e dell’importazione in Italia. Nel gruppo sono stati individuati altri due fratelli albanesi che vivono a Reggio Emilia (quelli che non sono stati trovati dalla polizia reggiana che poi ha arrestato un loro complice) che, con la collaborazione di altri connazionali, avrebbero distribuito la droga a diversi acquirenti dislocati nel centro-nord Italia. I tre vertici, oltre a scegliere e decidere la strategia, spiega ancora la Polizia, avevano rapporti con due pregiudicati salernitani, “appartenenti a due organizzazioni criminali di stampo camorristico, che venivano regolarmente riforniti di cocaina poi rivenduta dagli italiani nella provincia salernitana ed avellinese”.

Seguendo gli spostamenti degli indagati, nel 2017 sono stati arrestati un uomo e una donna di ritorno da un approvvigionamento a Santa Croce sull’Arno, fermati a Lonigo (Vicenza) e trovati in possesso di 2,5 chilogrammi di cocaina e 70.000 euro. Le indagini hanno poi permesso di scoprire la base logistica dell’organizzazione dove, sempre nel 2017, è stata arrestata la corriera, di ritorno dall’Olanda con 2,2 chili di cocaina mentre la consegnava a un connazionale. Da qui una perquisizione nella casa della donna a Verona, dove sono stati sequestrati 8.500 euro ed altri 4,5 chilogrammi di cocaina, ancora nascosti nel doppiofondo di una Bmw Serie 1 che la donna aveva usato per portare la droga in Italia. Dalle indagini risulta che quindi l’albanese al vertice dell’organizzazione l’ha sostituita con un altro corriere, poi pizzicato nel gennaio del 2018 dalla Polizia autostradale di Modena Nord, intervenuta su input della Mobile. Dentro l’auto gli agenti hanno trovato sei panetti di cocaina per 6,7 chili.

Gli arresti non sono però bastati a fermare la banda, che ha continuato a importare e rivendere cocaina. Infatti, pochi mesi dopo un corriere è stato fermato a Salerno con un chilo di sostanza. Da quanto risulta dalle indagini, la banda usava un sistema particolare per fare riferimento al quantitativo di cocaina che veniva indicato con lettere anziché numeri: a ciascuna lettera corrispondeva un numero da 0 a 9. Il 5 aprile scorso, il gip di Firenze, accogliendo le ipotesi accusatorie formulate dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze, ha emesso la misura cautelare nei confronti di otto indagati, di cui due italiani e i restanti albanesi, conclude la Polizia.