Maxi frode fiscale, “fragili” usati come prestanome: due reggiani arrestati

18 aprile 2023 | 19:31
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Maxi frode fiscale, “fragili” usati come prestanome: due reggiani arrestati
Maxi frode fiscale, “fragili” usati come prestanome: due reggiani arrestati
Maxi frode fiscale, “fragili” usati come prestanome: due reggiani arrestati
Maxi frode fiscale, “fragili” usati come prestanome: due reggiani arrestati
Maxi frode fiscale, “fragili” usati come prestanome: due reggiani arrestati

Indagate per fatture false 46 persone, fra cui quattro reggiani: coinvolte aziende in mezza Italia

REGGIO EMILIA – Due reggiani sono stati arrestati e altri quattro indagati per una maxi frode fiscale scoperta dalla guardia di Finanza di Parma. Sono 46 le persone iscritte nel registro degli indagati complessivamente di cui sei sono state arrestate. Secondo le accuse per eludere il fisco avrebbero intestato delle società a soggetti incapaci di intendere e volere.

Sono 77 i capi di imputazione complessivamente contestati tra cui circonvenzione di incapace, emissione di fatture per operazioni inesistenti e associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale. Su decreto del Gip del tribunale di Parma sono inoltre stati sequestrati beni per 7,8 milioni, pari all’ammontare delle imposte evase da 19 società sparse in mezza Italia e attive nei settori dei “lavori di meccanica generale”, “fabbricazione di macchine per l’industria alimentare” e di “costruzioni e altre opere di ingegneria civile”.

Stando alla ricostruzione delle Fiamme Gialle tutto ruotava intorno ad un vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti (del valore di oltre 35 milioni di euro per i soli periodi d’imposta 2019-2020-2021) utilizzate dalle aziende beneficiarie per abbattere il reddito imponibile dichiarando costi fittizi. Gli importi delle false fatture, venivano poi prelevati in contanti da soggetti appositamente ingaggiati e ritornavano alle aziende stesse, che pagavano agli organizzatori della frode una “commissione” pari al 6% dell’importo totale.

L’organizzazione era in grado di guadagnare fino a un milione al giorno. Prima di tornare nelle mani delle aziende, però, le somme facevano diversi passaggi in imprese cosiddette “cartiere”, cioè prive di una reale operatività e consistenza economica, intestate a prestanome reclutati anche tra persone con deficit psichici o facilmente manipolabili sui quali far ricadere le responsabilità delle condotte illecite. Soggetti fragili che venivano utilizzati per sottoscrivere atti societari, aprire conti correnti, richiedere carte di pagamento, il tutto – secondo l’ordinanza cautelare- “nell’ottica di scaricare sulle teste di legno ogni responsabilità per le attività di cartiere nate come vuoti simulacri e destinate ad essere abbandonate una volta divenute inservibili per i fini illeciti perseguiti dall’associazione per delinquere”.

Nell’ambito dell’operazione eseguita ieri sono state effettuate prequisizioni nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Grosseto, Ferrara, Milano, Napoli, Nuoro, Verona, Pistoia e Crotone, che hanno portato al sequestro di 85.000 euro in contanti, 4 autovetture tra cui una Porsche, un trust in cui sono stati trasferiti sette appartamenti e una villa tra Parma e provincia e un appartamento a Reggio Emilia. Inoltre alcuni orologi di lusso, disponibilità bancarie per 684.000 euro e altri immobili e quote societarie il cui valore è in corso di quantificazione.