Mafie, pressing civici e M5S per osservatorio legalità

13 aprile 2023 | 14:21
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Mafie, pressing civici e M5S per osservatorio legalità

Presentata una mozione in Comune per creare il braccio operativo della Consulta

REGGIO EMILIA – Mettere il “turbo” alla Consulta provinciale alla legalità che, da quando è nata cinque anni fa, ha viaggiato praticamente quasi in folle. È lo scopo dell’osservatorio “antimafia” proposto oggi a Reggio Emilia – provincia epicentro della ‘ndrangheta al nord – da una mozione depositata dai gruppi di Coalizione civica, Alleanza civica e Movimento 5 stelle.

A spingere l’iniziativa delle opposizioni le accuse di immobilismo alla Consulta che hanno portato, anche di recente, a eclatanti defezioni. L’organismo, nato nel 2018 sull’onda del clamore del maxi processo Aemilia, composto dai rappresentanti di 24 soggetti, si è infatti riunito in questi anni meno di dieci volte. Il primo ad abbandonare la Consulta è stato nel 2021 il sindaco di Castelnovo Monti Enrico Bini, tra i primi a denunciare i fatti poi conclamati dalle sentenze.

Lo hanno seguito poi l’associazione Agende Rosse e, lo scorso marzo, la docente universitaria Stefania Pellegrini, che a Bologna tiene un master sui beni della criminalità organizzata. Con l’osservatorio sulla legalità, precisa però l’eurodeputata del M5s Sabrina Pignedoli, “non vogliamo smontare la Consulta, ma far sì che funzioni al pieno delle sue potenzialità”. L’osservatorio, aggiunge il capogruppo di Coalizione civica Dario De Lucia “è uno strumento previsto dalla legge regionale 18 del 2016, esiste già in altre città (Bologna, Forlì e Parma, ndr), sarebbe a costo zero per l’amministrazione e riteniamo possa invertire la rotta di una inattività latente sui temi della legalità che ci preoccupa”.

Molto più snello della Consulta – due o tre membri al massimo- l’osservatorio curerebbe in concreto “attività di ricerca, archivio e convegnistica sui temi dell’antimafia”, diventando “il braccio operativo della Consulta e fornendo dati importanti agli stessi enti pubblici”, aggiunge Fabrizio Aguzzoli di Coalizione civica, primo firmatario della mozione. Pignedoli ritorna sui vantaggi pratici: “Il Comune cita spesso i corsi di formazione per i dipendenti o i protocolli con la Prefettura. Ma a quali risultati ‘veri’ hanno portato non si sa”.

Per non parlare delle lacune nella mappatura dei beni confiscati o nell’organizzazione della Polizia locale, “che può incidere molto sui controlli dei cantieri edili, magari senza avvisare prima delle verifiche con una mail”. I “Comuni- conferma il sindaco Bini- hanno bisogno di supporto reale, che non può limitarsi ai festival della legalità”. I promotori della mozione ne sottolineano infine lo spirito “costruttivo”, constatando però che “nei due incontri avuti con l’assessore alla Legalità Nicola Tria non abbiamo avuto riscontri di presa in carico delle nostre istanze”.

Nella pentola della legalità reggiana bollono intanto anche la commissione prefettizia inviata a Casina per indagare su eventuali infiltrazioni mafiose e le accuse alla magistratura locale, rinfocolate dal centro destra e avallate dall’Ordine degli avvocati, di aver indagato sulla ‘ndrangheta a destra, ma non a sinistra.