I medici di famiglia proclamano lo stato di agitazione

11 aprile 2023 | 18:37
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I medici di famiglia proclamano lo stato di agitazione

I sanitari: “Impossibile visitare i pazienti cronici e allettati”

REGGIO EMILIA – I medici “di famiglia” della provincia di Reggio Emilia dicono basta e proclamano lo stato di agitazione, lamentando di “non avere più il tempo necessario per visitare in studio e seguire i pazienti cronici e gli allettati”. Secondo la federazione provinciale della categoria, infatti, ciascun professionista “ha 732 pazienti su 1.500 affetti da 1 a 5 patologie croniche” oltre a “2 reparti e mezzo di lungo degenti da seguire a domicilio”, con pochissimi infermieri pubblici che lo aiutino. Ogni giorno un medico di medicina generale riceve inoltre in media “120 telefonate, 60 whatsapp, 30 sms e fax dai cittadini che non ricevono risposte dai servizi delle Ausl”.

In particolare, denuncia la Fimmg, “pur essendoci leggi che obbligano gli specialisti ospedalieri e convenzionati a scrivere direttamente i loro accertamenti ed a redigere i certificati Inps, evitando così di far girare i cittadini come trottole, gli stessi inviano i cittadini ai medici curanti , quasi fossero scrivani pubblici”. I quali si trovano così “a non avere più il tempo necessario per visitare in studio e seguire i cronici e gli allettati”.

Per i medici di famiglia “sembra che la pandemia non abbia insegnato nulla ai politici ed ai governatori: si continua ad investire in strutture ed in ospedali senza comprendere che è necessario potenziare invece il filtro delle cure primarie territoriali se si vogliono ridurre gli accessi ai Pronto soccorso ed i ricoveri anche nelle terapie intensive”. E ancora: “I medici non hanno necessità prioritaria di case ed ospedali di comunità, ma di poter avere almeno 2 infermieri ed 1 amministrativo a medico e di strumenti di telemedicina”. Tutti aspetti su cui “occorrono subito tavoli regionali di confronto”, chiude la Fimmg.