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Bnl e il riconoscimento Top Employer: il paradosso del premiare un’azienda in preda a conflitti interni

28 aprile 2023 | 08:45
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Bnl e il riconoscimento Top Employer: il paradosso del premiare un’azienda in preda a conflitti interni

REGGIO EMILIA – Nonostante i recenti conflitti interni e le manifestazioni dei lavoratori, la Banca Nazionale del Lavoro (BNL) è stata nuovamente premiata come “Top Employer” dal Top Employers Institute. Tuttavia, i rappresentanti sindacali del Gruppo BNL mettono in discussione la validità di questo riconoscimento, facendo notare una serie di problematiche interne che affliggono l’azienda e i suoi dipendenti.

In una lettera dettagliata indirizzata a David Plink, CEO del Top Employers Institute, e a Massimo Begelle dell’istituto italiano, i rappresentanti sindacali sottolineano le difficoltà che i dipendenti affrontano a causa dei continui cambiamenti nei piani industriali, che rendono il lavoro stressante e incerto. L’organigramma aziendale è soggetto a frequenti modifiche, causando inefficienze e lentezze nei processi decisionali.

Inoltre, la lettera evidenzia la scarsa attrattiva e retention dei talenti all’interno dell’azienda, un aspetto che secondo i rappresentanti sindacali non è stato preso in considerazione dal processo di certificazione del Top Employers Institute. L’insoddisfazione dei dipendenti più giovani, che tendono a cercare altre opportunità lavorative, e quella dei lavoratori più anziani, che anelano al pensionamento, sono chiari segnali che la situazione interna non rispecchia i criteri di un “Top Employer”.

I rappresentanti sindacali, come ribadito da numerose testate proprio nei giorni scorsi, suggeriscono di aggiungere un ulteriore ambito di valutazione chiamato “SHARE”, che includa il rapporto con le organizzazioni sindacali e la gestione del conflitto in azienda, per migliorare l’affidabilità del processo di certificazione.

Questa vicenda mette in luce l’importanza di una valutazione più olistica e accurata delle condizioni di lavoro nelle aziende e sollecita una riflessione sulla necessità di integrare la voce dei dipendenti nel processo di valutazione.