25 Aprile, Adelmo Cervi: “La Russa se ne deve andare prima possibile”

21 aprile 2023 | 17:01
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25 Aprile, Adelmo Cervi: “La Russa se ne deve andare prima possibile”

Il figlio di Aldo: “Un errore la mancanza della parola antifascismo, ma la Costituzione nasce dalla Resistenza”

REGGIO EMILIA – La parola ‘antifascismo’ non è presente nella Costituzione “perché si dava per scontata e, visto come sono andate le cose, è stato un errore”. Ma comunque “i nostri costituzionalisti tutti sapevano che questa Costituzione era nata dalla Resistenza, dalla lotta partigiana, da chi lottava per liberare il nostro Paese”. Così Adelmo Cervi, scrittore e figlio di Aldo, uno dei sette fratelli Cervi di Reggio Emilia fucilati dai fascisti il 28 novembre 1943, commenta le parole del presidente del Senato Ignazio La Russa che aveva appunto sottolineato come nella Costituzione mancasse la parola ‘antifascismo’.

“Dico la verità, a me di La Russa non me ne frega niente – sferza Cervi – non è con La Russa che dobbiamo discutere, ma con tutto quel popolo che sa che a La Russa ha già risposto la storia. A lui, e anche a tanti altri che lo seguono”. Infatti, “la storia gli ha detto che cosa è stato il fascismo, che cosa è stata la Liberazione del nostro Paese e che non c’è confusione da fare”, ovvero “c’è chi ha lottato e c’è chi invece ancora oggi pretende di far tornare indietro la storia”. Per questo “noi dobbiamo lottare tutti quanti e impegnarci perché questi qua devono finire alla svelta: non hanno il diritto, per quello che è stato la storia del nostro Paese, non solo di Bologna, di poter essere lì nel posto che sono. La democrazia è una cosa importante. Noi dobbiamo rispondergli dicendogli che se ne devono andare il più presto possibile”.

Presente oggi pomeriggio all’inaugurazione della nuova sezione dell’Anpi di Bologna all’interno della sede della Cgil di via Marconi intitolata a Ernesto Cevenini, nel giorno dell’anniversario della Liberazione della città, stasera Cervi sarà anche al cinema Lumiere per presentare il suo documentario “I miei sette padri”. A proposito delle celebrazioni della Liberazione, secondo Cervi in questo momento storico “non siamo stati abbastanza bravi per potere fare quello che hanno fatto mio padre e miei zii per liberare il nostro Paese non solo dal fascismo, ma delle ingiustizie”.

Per questo giornate come il 21 aprile e il 25 aprile “devono essere giornate di lotta per dire che ancora dobbiamo batterci molto per conquistare quelle libertà per il quale ha dato la vita mio padre, i miei zii e migliaia e migliaia di altri compagni”, e dunque ricordare la vittoria contro il nazifascismo è importante “ma dobbiamo ancora lottare parecchio, soprattutto per far applicare la nostra Costituzione, perché così avremo risolto molti di quei guai che noi abbiamo”.