Editoriali

Silk Faw, la “sola” sino-americana

11 marzo 2023 | 15:30
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Silk Faw, la “sola” sino-americana

Comune, Regione e imprenditori, è vero, non ci hanno messo un euro come dice il sindaco Vecchi, ma, onestamente, non ci hanno fatto una bella figura

REGGIO EMILIA – La telenovela Silk Faw, alla fine, si è rivelata per quel che era fin dal principio: una “sola” sino-americana. Dopo che Silk  Sport Company Srl ha detto che intende “rinunciare all’accordo” con la Regione per ottenere il contributo regionale di 4 milioni di euro, con conseguente revoca della Regione del finanziamento, oggi il Comune di Reggio ha scritto che ha convocato la Conferenza dei servizi per i primi di aprile, il che comporterà la cancellazione dell’ampliamento previsto per l’area industriale di Gavassa-Prato, pari a circa 79mila metri quadrati rispetto alle previsioni del Piano urbanistico attuativo vigente ed ogni altro impegno reciproco dei promotori.

Una “sola” sino-americana, quella della mega fabbrica di auto elettriche a Gavassa, che è durata fin troppo perché, già a partire da quasi due anni fa, quando il progetto fu annunciato in pompa magna al Parco innovazione alla presenza del sindaco di Reggio Emilia, del gotha degli imprenditori reggiani e del governatore della Regione, Stefano Bonaccini, era evidente che mancava un piano industriale serio e che le basi finanziarie di questa avventura erano fragilissime.

Il nostro giornale è stato il primo a denunciare tutti i limiti di questa operazione e resta un enigma il motivo per cui Regione, Comune e Unindustria abbiano deciso di dare così tanto credito a mister Krane e ai suoi “presunti” soci cinesi quando bastava fare un paio di visure camerali per capire che tutto il progetto si basava, sostanzialmente, su una scommessa finanziaria che non è mai andata in porto.

Ora, finalmente, è arrivata la parola fine a questo grottesco balletto di dichiarazioni e prese in giro. Comune, Regione e imprenditori, è vero, non ci hanno messo un euro come dice il sindaco Vecchi, ma, onestamente, non ci hanno fatto una bella figura.

Paolo Pergolizzi