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Silk Faw, il M5S: “La sua era una morte annunciata”

16 marzo 2023 | 14:55
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Silk Faw, il M5S: “La sua era una morte annunciata”

Setti e Soragni: “Il Comune di Reggio non ne esce indenne”

REGGIO EMILIA – Una “morte annunciata”. Così il candidato sindaco di Correggio per il M5s Giancarlo Setti e Paola Soragni, consigliera comunale pentastellata a Reggio Emilia, commentano gli sviluppi del caso Silk Faw. La società mista cinese e americana sbarcata a Reggio nel 2021 con il progetto di un maxi stabilimento per produrre auto elettriche di lusso, infatti, avrebbe inoltrato una richiesta di concordato al giudice fallimentare ed è finita in un’indagine della Guardia di finanza per presunta truffa ai danni dello Stato, dopo aver chiesto un finanziamento di 38 milioni da fondi del Pnrr.

Per Soragni e Setti “pare essere il punto di arrivo dopo una epopea tra promesse, proclami, richieste, delusioni, tradimenti, che hanno visto confusi politici, manager e imprenditoria locale incapaci di distinguere i sogni dalla realtà”. Gli esponenti del Movimento 5 stelle (fin dall’inizio scettico sull’operazione) aggiungono: “Ora che tutto sta volgendo al termine, il sindaco Luca Vecchi si affretta ad affermare che il freno è stato tirato in tempo e che – a parte tempo, atti formali, immagine pubblica, viaggi esplorativi e comunicazioni tra trombe e fanfare – il Comune non ha subito danni materiali da questa vicenda”.

In realtà però “al mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori si aggiunge il mancato pagamento degli affitti degli immobili locati da Stu Reggiane Spa la partecipata al 100% del Comune di Reggio Emilia che ha fornito tutti i locali ed uffici della sciagurata avventura”. Locali, proseguono Soragni e Setti, “che a guardare bene, non sono tutti del Comune attraverso la partecipata Stu, ma in parte di proprietà di una azienda privata che evidentemente passava per caso, la Ghg, la quale ha formalizzato un contratto di affito alla Stu che poi ha girato la locazione il giorno successivo alla Silk Sports Car Srl”.

La Stu, quindi, oltre a non ricevere il pagamento dei canoni di affitto dal quarto trimestre 2022, “si troverebbe a dover pagare gli affitti a Ghg”. Anche da qui il “forte dubbio” del M5s sul fatto che “il freno sia stato tirato in tempo”.