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Scontro Meloni-Schlein alla Camera

15 marzo 2023 | 17:16
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Scontro Meloni-Schlein alla Camera

La premier: “Sui migranti calunniate l’Italia, il Pd ha impoverito i salari”. La leader dem: “Sei al governo, basta nasconderti. Finora incapaci e insensibili”

ROMA – È stato il giorno del primo confronto diretto tra Meloni e Schlein, il primo faccia a faccia tra le leader dopo le primarie dem. Il teatro l’Aula di Montecitorio, l’occasione il question time. Sono diversi i temi all’attenzione della premier posti dai deputati di maggioranza e opposizione, dalla tragedia di Cutro, alla crisi climatica, dalla mancata ratifica del Mes al divieto della vendita di auto a benzina e diesel in tutto il territorio europeo a partire dal 2035.

Meloni sui migranti sostiene che il governo ha la coscienza posto ed è “molto determinato ad andare avanti”. La linea dunque non cambia. Pugno duro con gli scafisti e piano Mattei per l’Africa. Poi sul Mes: “Finché ci sarà un governo guidato da me l’Italia non potrà mai accedervi. E temo che non potranno accedere neanche gli altri”.

Ha detto anche la Meloni: “Pur nelle risorse limitate a disposizione, abbiamo dato segnali come il rinnovo del taglio di due punti del cuneo fiscale e retributivo e l’aggiunta di un ulteriore punto per i redditi più bassi. Sono primi passi verso l’obiettivo di aumentare i salari dei lavoratori garantendo retribuzioni dignitose”.

Ma è sul salario minimo che si accende il duello tra Meloni e Schlein: i toni inizialmente sono distesi e concilianti ma nel secondo giro di interventi poi il livello dello scontro si alza. Meloni assicura che il suo approccio è “pragmatico e non ideologico”, ma per il governo il salario minimo legale non è la soluzione. Si rischia di creare condizioni peggiori”.

Dura la risposta della segretaria dem: “Andate in direzione opposta e sbagliata. Sono i Rave, i condoni, la guerre alle Ong e da ieri colpire i diritti delle famiglie omogenitoriali. Sulle politiche sociali solo tre parole: incapacità, approssimazione e insensibilità”.

Ha aggiunto la Schlein: “Signora presidente, le sue risposte non ci soddisfano, innanzitutto perchè vorrei ricordare che il Pd ha provato nella scorsa legislatura ad arrivare il salario minimo ma lei è i suoi alleati che le siedono accanto avete votato contro”. Quindi ha attaccato: “Le ricordo che ora sono io all’opposizione e lei al governo e non è più tempo di prendersela con gli altri. Non si nasconda dietro un dito. Se fosse bastata la contrattazione collettiva quei tre milioni di lavoratori poveri non li avremmo. Lei sa bene che di quei contratti solo pochi sono firmati da organizzazioni più rappresentative. È in carica da soli cinque mesi – ha concluso Schlein – ma state già andando in direzione opposta è sbagliata”.

Non solo. “Siete una destra che è ossessionata dall’immigrazione – polemizza la segretaria del Pd – ma non vedete l’emigrazione di tanti giovani che i salari bassi e la precarietà costringono a costruirsi un futuro altrove. Avete quasi cancellato Opzione donna. Queste sono le risposte, perchè le vostre priorità sono altre: i rave, i condoni, la guerra alle Ong e da ieri colpire i figli e le figlie delle famiglie omogenitoriali che hanno gli stessi diritti di tutti i bambini e bambine che fanno parte della nostra comunità”.