Parcheggio Mediopadana, esposto in procura di Coalizione civica e M5S

17 marzo 2023 | 15:19
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Parcheggio Mediopadana, esposto in procura di Coalizione civica e M5S

Nell’atto si ipotizzano reati come l’abuso atti d’ufficio e la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente per un presunto affidamento irregolare violando il codice degli appalti

REGGIO EMILIA – Non c’è pace per gli appalti nel Comune di Reggio Emilia. Mentre è in corso il processo per un presunto giro di gare truccate che vede coinvolti 20 tra funzionari e dirigenti in servizio o ex dell’amministrazione, arriva un esposto su un altro affidamento. Si tratta di quello della gestione dei parcheggi pubblici della stazione Mediopadana dell’alta velocità: una gara da 875.000 euro per occuparsi fino al 2025 di circa 1.000 stalli blu a pagamento nelle cosiddette aree “P1″ e P2”.

Ad aggiudicarsi la commessa è stato il 28 dicembre dell’anno scorso il raggruppamento di imprese formato da Coopservice e Global parking solution (Gps), società controllata al 100% dalla Final dell’imprenditore palermitano Filippo Lodetti Alliata. Una figura nota in città perché – tramite società a lui riconducibili – gestisce le altre due principali aree di sosta reggiane: il parcheggio dell’ex caserma Zucchi e il contestato park Vittoria.

Per Movimento 5 stelle e Coalizione civica, però, la procedura seguita dal Comune avrebbe violato il Codice degli appalti, inducendo gli esponenti dell’opposizione a segnalare la cosa a Procura, Anac e Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm).

L’esposto, depositato stamattina, è firmato dai consiglieri comunali di Coalizione civica Dario De Lucia e Fabrizio Aguzzoli con i colleghi del Movimento 5 stelle Paola Soragni e Gianni Bertucci, oltre che dalla deputata del M5s Stefania Ascari e dalla parlamentare europea pentastellata Sabrina Pignedoli. Nello specifico, per la gestione dei parcheggi della stazione Tav, inaugurati ai primi di febbraio, il Comune aveva indetto una prima gara il 17 gennaio 2022, poi revocandola il successivo 10 febbraio adducendo alcuni ritardi nei lavori. La seconda procedura aperta, avviata il 25 marzo del 2022, era andata deserta.

esposto

L’ente di piazza Prampolini aveva quindi deciso di affidare il servizio con procedura negoziata a Coopservice-Gps poiché, a giudizio del Comune, non ci sarebbero stati altri soggetti interessati e la cordata vincitrice non avrebbe fatto in tempo a presentare la sua offerta, risultata poi migliorativa rispetto alle condizioni del bando (con uno sconto di circa 6.000 euro, ndr). Proprio su questo Soragni (che ha presentato un accesso agli atti il 14 febbraio scorso) e gli altri obiettano però che il Comune avrebbe dovuto, come previsto dal Codice degli appalti (all’articolo 63) invitare alla gara almeno altri cinque operatori del settore.

Il responsabile unico del procedimento, David Zilioli, ha replicato in risposta all’atto ispettivo di Soragni di aver rispettato la legge, ricordando la gara deserta e invocando sempre l’articolo 63 del codice, ma alla lettera “a” del comma 2. Dove si afferma che “la procedura negoziata senza previa pubblicazione può essere utilizzata qualora non sia stata presentata alcuna offerta in esito all’esperimento di una procedura aperta o ristretta, purchè le condizioni iniziali dell’appalto non siano sostanzialmente modificate”. Nel caso specifico si sarebbe per Zilioli raggiunto anche “il duplice vantaggio da parte dell’ente di non aver dovuto ulteriormente aumentare l’importo a base di gara e di non rimandare l’apertura del parcheggio con un significativo danno in termini di incasso e di servizio per i cittadini”.

Il funzionario aveva inoltre giustificato la decisione di non coinvolgere altri soggetti con “la necessità ed urgenza di procedere con l’assegnazione della gestione dei parcheggi, urgenza che non avrebbe permesso di attendere il tempo necessario per la procedura ad invito”. Per Ascari e Soragni, entrambe avvocate, la motivazione non regge come dimostrano diversi pronunciamenti della giurispreudenza tra cui una delibera dell’Anac del 2018, un parere dell’Agcm del 2019 e una recente sentenza del Consiglio di Stato che nel 2021, in un caso simile, ha ritenuto illegittimo l’operato di un Comune “per non aver contattato altri operatori ai fini indicati, nè documentato l’impossibilità di individuare sul mercato dei soggetti in grado di offrire il servizio”.

Nella realtà di Reggio, evidenziano peraltro i promotori dell’esposto, gli operatori della sosta non mancano: da Apcoa, a Reggio Parcheggi, fino alla coop sociale Isola coop e Til, partecipata dagli stessi Comuni reggiani. Inoltre uno dei due parcheggi da aprire “con urgenza”, il “P1”, sarebbe ancora chiuso. L’esposto, che ipotizza l’eventualità di reati come l’abuso atti d’ufficio e la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, si conclude con la richiesta alle autorità preposte di “intervenire per gli opportuni accertamenti per valutare se la condotta integri violazione della normativa sopra indicata” e domanda “che vengano di conseguenza presi gli opportuni provvedimenti”.