Caporalato digitale dei rider, indagini anche a Reggio Emilia

25 marzo 2023 | 13:10
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Caporalato digitale dei rider, indagini anche a Reggio Emilia

Una decina di fattorini sono stati controllati, dai carabinieri e dalla polizia municipale nell’ambito di un’indagine della procura di Milano

REGGIO EMILIA – Una decina di riders sono stati controllati, dai carabinieri e dalla polizia municipale a Reggio Emilia, nell’ambito di un’indagine della procura di Milano relativa al caporalato digitale in questo settore. I militari hanno svolto dei controlli in via Emilia Ospizio dove di solito stazionano i rider in attesa di ordinazioni. Nello specifico sono stati controllati una decina di lavoratori delle maggiori compagnie di delivery. Sono state elevate alcune sanzioni per violazioni al codice della strada da parte della polizia municipale ed i controlli circa la regolarità dei rapporti di lavoro, delegati dalla Procura di Milano, sono ancora in corso.

Nel corso dei controlli eseguiti a Milano tra il luglio e l’ottobre 2022, per verificare il rispetto da parte delle  piattaforme degli obblighi a loro imposti, è emersa infatti l’esistenza di nuove forme di “caporalato digitale” attraverso l’illecita cessione di account. Fino alla metà del 2019 la cessione di account era un fenomeno “fisiologico” dovuto alla volontaria e provvisoria messa a disposizione di terzi delle credenziali di login da parte del rider che, non volendo essere sloggato o penalizzato nel ranking, non potendo svolgere personalmente la prestazione per periodi più o meno lunghi (a causa di infortuni, malattia, rientro in patria per gli stranieri ecc..) “prestava” volontariamente il proprio account senza pretendere alcun beneficio economico ma per il solo fine di mantenere in essere il rapporto con la/le piattaforma/e.

Con l’avvento del periodo pandemico, la prolungata chiusura degli esercizi commerciali e le restrizioni adottate per limitare la capacità di movimento delle persone al fine di contenere la diffusione del Covid-19, si è registrata una crescita esponenziale da parte della popolazione dell’utilizzo dei servizi di delivery tramite applicazioni telematiche dedicate, trasformando di fatto i rider in lavoratori essenziali in circuito lavorativo 24 ore su 24. Le piattaforme di App Delivery hanno quindi proceduto a reclutare telematicamente un numero considerevole di nuovi rider.

In questo nuovo ed atipico scenario lavorativo, il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Milano ha accertato l’esistenza e lo sviluppo di numerosi episodi di cessioni di account con l’intermediazione di manodopera tra il proprietario dei dati di account e l’effettivo prestatore di manodopera. Gli account sarebbero registrati sulle piattaforme anche (e spesso) tramite l’utilizzo di documenti falsi e, successivamente ad avvenuto accreditamento, ceduti al rider che materialmente effettua la prestazione previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero da parte del caporale.

In sintesi, si verifica che gli account registrati e accreditati sulle piattaforme delle società di Food Delivery, verosimilmente gestiti dal caporale, vengano ceduti ad altra persona (rider) che materialmente eseguirà la prestazione lavorativa della consegna previa trattenuta di una quota percentuale del guadagno giornaliero operata dallo stesso titolare dell’account, con conseguenti ingenti profitti per quest’ultimo.