Ucraina, a Reggio 3mila profughi accolti da inizio guerra

24 febbraio 2023 | 14:39
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Ucraina, a Reggio 3mila profughi accolti da inizio guerra

Il sindaco e il presidente della Provincia: “La solidarietà non verrà a meno”

REGGIO EMILIA – Il cuore della solidarietà reggiana ha battuto nell’ultimo anno per l’Ucraina sconvolta dalla guerra. Lo hanno ribadito Luca Vecchi e Giorgio Zanni, sindaco e presidente della Provincia di Reggio Emilia, nell’incontro di stamattina in municipio con l’associazione dei “volontari ucraini”, che domenica prossima saranno in piazza per una manifestazione per la pace. In particolare, secondo i dati forniti dagli enti locali (tuttora molto fluidi) sono ad oggi circa 1.100 i cittadini ucraini arrivati a Reggio dallo scoppio del conflitto di un anno fa, di cui 750 donne e 432 minori.

Le presenze registrate in provincia sono quasi 3.000. Alcuni profughi si sono appoggiati a reti familiari, un’ottantina è stata presa in carico dalla Caritas e 696 hanno ricevuto assistenza tramite il sistema di accoglienza ministeriale, gestito da Prefettura, Comuni e Protezione civile sul modello già adottato per i migranti del Mediterraneo. Nel 2022, inoltre, circa 100 famiglie ucraine (128 persone) si sono rivolte ai Servizi sociali del Comune di Reggio e 52 sono state prese in carico.

I profughi minorenni che hanno frequentato l’anno scorso scuole italiane di ogni ordine e grado sono stati in tutto 370. Dall’invasione russa sono partiti da Reggio Emilia 10 tir e un’ambulanza con 7.947 scatoloni (l’equivalente di 244 pellet) di generi alimentari, vestiti e medicinali per la popolazione civile. Aiuti per inviare i quali, dice il sindaco Vecchi, “l’associazione dei volontari ucraini è stato un punto di riferimento fondamentale”.

A loro va dunque “un ringraziamento che è un atto dovuto, ma la cosa più importante è mantenere vivo l’impegno, e a questo non ci sottrarremo”, conclude il primo cittadino. Il presidente della Provincia Giorgio Zanni ricorda anche le iniziative “più umane” per aiutare i profughi a ritrovare una normalità “come il dono di uova di Pasqua e le iniziative per permettere ai ragazzi di praticare sport”. Kseniya Makar, presidente dei volontari ucraini evidenzia che “la guerra non è finita e abbiamo ancora bisogno di aiuto per le nostre popolazioni”. Inoltre “sappiamo di molti che, tornati a casa, ora stanno di nuovo ritornando qui perché magari una casa non ce l’hanno più”.

Ci sono poi ucraini, aggiunge la volontaria dell’associazione Diana Bota, “che stanno già pensando di restare a vivere a Reggio Emilia: sono persone anziane e disabili per cui affrontare il dopoguerra è più difficile”. Bota chiude con un invito a partecipare alla manifestazione della comunità ucraina, in programma per domenica alle 15 in piazza dei Martiri del 7 luglio, alla presenza anche delle autorità ecclesiastiche locali ortodosse e della chiesa greco romana.

“Sarà un momento di raccoglimento per ricordare le vittime, parlare di cosa è successo quest’anno e aprire un dialogo per la pace”. All’evento hanno già dato adesione l’Associazione dei Liberali Democratici Europei, +Europa, Volt, Psi, Italia Viva e Azione, convinti che “non possiamo rimanere indifferenti davanti all’imperialismo della Russia di Vladimir Putin. Crediamo tutti nella pace. Ma riteniamo anche che solo nella libertà e nella giustizia possa esistere pace”.

Infatti “una vittoria russa in Ucraina destabilizzerebbe l’Europa e metterebbe in discussione i principi fondanti di quel nuovo Occidente, fatto di democrazia e società aperta, faticosamente costruito a partire dal 1945”, dicono i partiti. A Reggio Emilia sono intanto previsti per oggi altri due appuntamenti organizzati da 33 soggetti, tra sindacati, associazioni e partiti politici che hanno aderito all’appello del movimento “Europe for peace”. Si tratta di un seminario alla Camera del lavoro territoriale e, a seguire, di una fiaccolata per la pace.