Saman, il legale del padre: “Lo Stato italiano è colpevole”

16 febbraio 2023 | 18:07
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Saman, il legale del padre: “Lo Stato italiano è colpevole”

Akhtar Mahmood a “Chi l’ha visto”: “Ha convertito la morte della figlia in un omicidio d’onore e ha creato uno scontro verso i musulmani e verso l’Islam”

REGGIO EMILIA – “Lo Stato italiano è colpevole, cercate il vero assassino”. Lo ha detto l’avvocato di Shabbar Abbas, Akhtar Mahmood, nel corso di “Chi l’ha visto”, il programma di Federica Sciarelli su Rai Tre.

Ha detto il legale: “Lo Stato italiano ha recluso la ragazza in una comunità. La famiglia non lo voleva e non lo voleva neanche lei perché è scappata tante volte”. Le fughe sono vere, ma è altrettanto vero che Saman era stata mess in una comunità dopo numerose segnalazioni di liti in famiglia dovute al fatto che vestiva e si comportava come una ragazza occidentale e rifiutava il matrimonio combinato con il cugino.

Ha aggiunto Mahomood: “Lo scontro in verità è tra Saman e le autorità locali. Non permettevano ai genitori di incontrarla, non le permettevano di pregare come una musulmana. Questi sono i problemi tra lo Stato italiano e Saman”.  Cosa, anche questa, che non risulta dalle indagini dato che Saman non ha mai negato di essere musulmana (nessuno le ha mai impedito di pregare), ma voleva vivere da occidentale pur non rinnegando la sua fede.

Il legale ha detto di essere stato lui ad avvertire il padre di Saman, Shabbar, della morte della figlia. Ha detto in videocollegamento dal Pakistan: “Gli ho detto che il cadavere era stato ritrovato. Ma lui lo sapeva già e mi ha detto che lui e la sua famiglia hanno il diritto di combattere contro chi ha commesso questo crimine, contro il vero assassino”.

Conclude il legale “La verità è che lei è andata a dire loro che voleva lasciare l’Italia per sempre, questo perché molti ragazzi sono spaventati dalla vita in comunità. Shabbar aveva deciso di lasciare il Paese e trasferirsi in Pakistan, per questo aveva comprato i biglietti tre o quattro giorni prima. Lei aveva detto loro che li avrebbe raggiunti appena avrebbe avuto i documenti dalla comunità per poter viaggiare, perché le impedivano di viaggiare all’interno del Paese”.

Infine l’accusa più pesante: “Lo Stato italiano ha convertito la morte della figlia in un omicidio d’onore. Lo Stato italiano ha creato uno scontro verso i musulmani e verso l’Islam”.