Pronto soccorso in crisi, lo Snami: “Inutile piangere su carenza medici”

6 febbraio 2023 | 10:26
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Pronto soccorso in crisi, lo Snami: “Inutile piangere su carenza medici”

Il sindacato autonomo contro l’Ausl: “La situazione e’ frutto di politiche sbagliate”

REGGIO EMILIA – L’intenzione dell’Ausl di Reggio Emilia di assumere specializzandi nei pronto soccorso fa infuriare lo Snami. Il sindacato autonomo dei medici reggiani interviene infatti con toni duri sulle dichiarazioni di Cristina Marchesi, direttore generale dell’Azienda sanitaria, per cui nei reparti di urgenza della provincia sono ad oggi necessari 40 professionisti per garantire i servizi, oltre ai 50 già presenti.

Tuttavia, osserva il sindacato, la situazione “non è altro che il frutto delle scelte di politica organizzativa e di gestione delle risorse umane che hanno caratterizzato negli ultimi anni proprio questa azienda, oggi in maggiore difficoltà rispetto ad altre”. L’accusa ai dirigenti dell’Ausl è inoltre di aver prodotto “lo scatenarsi di un acceso scontro rispetto all’applicazione degli accordi regionali sottoscritti in Regione per i medici dell’emergenza territoriale 118, per il semplice motivo che detta applicazione comportava necessariamente un cambiamento organizzativo, da costoro di fatto osteggiato, con l’effetto di produrre un drastico peggioramento del clima lavorativo”.

Samanta Papadia, presidente Snami, ricorda a questo proposito come “è già la seconda volta che medici del 118 ed azienda Usl finiscono in tribunale , gli uni contro l’altra, dato che i professionisti 118 non intendono più vedere prevaricate le loro previsioni contrattuali per continuare ad assecondare la pretesa applicazione di un modello organizzativo di doppio lavoro (mandato) contemporaneo, fallimentare e pericoloso per tutti, ad iniziare dagli stessi pazienti”.

Insomma, attaccano i rappresentanti sindacali dei “camici bianchi” l’azienda Usl di Reggio Emilia “invece di cercare alleanze con i professionisti, persevera nell’attuare politiche gestionali dirigiste, sorde e di fatto prevaricatrici dei diritti contrattuali dei professionisti 118 a disposizione, con azioni di demansionamento de facto, trattenute illegittime nelle retribuzioni sino al mancato rinnovo di incarichi, nonostante la carenza di quei medici non asserviti alle scelte gestionali insostenibili che sono state operate”.

Pertanto è “intollerabile leggere quanto affermato dalla direttrice generale che ha preferito lamentare le carenze di personale medico piuttosto che semplicemente attuare quel necessario cambiamento già negoziato e concordato a livello regionale e che avrebbe potuto concretamente invertire la tendenza nonostante il periodo difficile”, conclude Papadia.