Migranti, a Reggio accoglienza con controllo redditi

28 febbraio 2023 | 19:42
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Migranti, a Reggio accoglienza con controllo redditi

Intesa fra prefetto e coop sociali dopo abusi e revoche misure dal 2021

REGGIO EMILIA – Verificare i redditi dei migranti ospitati che, nel caso in cui lavorino e percepiscano oltre 6.000 euro all’anno, non possono più essere accolti nei Cas, i Centri di accoglienza straordinaria. E’ in sintesi lo scopo dell’accordo siglato oggi tra il prefetto di Reggio Emilia Iolanda Rolli e il presidente del consorzio Oscar Romero Valerio Maramotti, in rappresentanza del raggruppamento temporaneo di imprese (formato dalle cooperative Dimora d’Abramo, L’Ovile, Madre Teresa, La Vigna, Papa Giovanni XXIII e il Ceis) che gestisce i centri per i richiedenti asilo.

L’intesa punta a scongiurare la revoca delle misure in favore degli stranieri (e i conseguenti ricorsi legali, ndr) che il prefetto reggiano ha attuato spesso a partire dall’agosto 2021, quando furono accertati oltre 200 casi di richiedenti i quali, pur avendo trovato un lavoro, avevano abusato del diritto alle misure di accoglienza, rimanendo senza titolo nei centri anche per più anni.

“Con questo accordo- sottolinea Rolli- vogliamo gettare le basi per evitare di trovarci di nuovo in una situazione di diffusa irregolarità come quella riscontrata un paio di anni fa, e la realizzazione di questo obiettivo non può che passare attraverso la responsabilizzazione degli ospiti sul rispetto del requisito reddituale, favorendo le dimissioni volontarie al posto di quelle dovute ai provvedimenti di revoca”.

Nello specifico gli enti gestori proporranno quindi la sottoscrizione di una dichiarazione con la quale ogni ospite darà atto di essere a conoscenza dei requisiti per godere dell’accoglienza, confermerà di essere privo di mezzi sufficienti di sussistenza e si impegnerà a dimettersi spontaneamente dal progetto qualora dovesse intervenire una variazione di reddito tale da far perdere quel requisito.

Le cooperative, oltre a sensibilizzare i beneficiari sul rispetto della legge e a segnalare alla prefettura ogni informazione rilevante sulla loro situazione lavorativa, accompagneranno anche il percorso delle dimissioni volontarie, che dovranno avvenire entro trenta giorni dal ricevimento della prima busta paga o, se posteriore, di sessanta giorni dalla stipula del contratto di lavoro. “Il lavoro per i migranti è sempre stato uno dei punti più qualificanti il nostro sistema di accoglienza, e lo abbiamo sempre considerato elemento di grande importanza nel percorso di inserimento sociale e di integrazione delle persone ospitate”, spiega il presidente del consorzio Oscar Romero Maramotti.

“Oggi definiamo quindi il ruolo e le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nell’accoglienza, migliorando ulteriormente un servizio che riteniamo già molto efficace sia per gli accolti che per tutta la collettività”. Secondo il prefetto, d’altronde, “quella di Reggio Emilia è una realtà socio-economica particolarmente vivace, caratterizzata da una domanda di lavoro che permette ai richiedenti protezione internazionale di trovare occupazione anche a pochi mesi dal loro arrivo, iniziando un percorso che porta all’indipendenza economica. E’ quindi essenziale garantire che i centri di accoglienza siano dedicati esclusivamente a coloro che non hanno mezzi sufficienti di sussistenza, non solo per evitare indebite erogazioni di denaro pubblico, ma anche per non snaturare la funzione di quelle misure”.

Soprattutto “in un momento complicato come quello attuale, caratterizzato da continui e numerosi arrivi di migranti in cui è fondamentale che le risorse dedicate all’accoglienza siano destinate a chi davvero ne ha diritto e bisogno”, conclude Rolli.