Imprese, alla Ask sciopero per lo smart working

13 febbraio 2023 | 12:36
Share0
Imprese, alla Ask sciopero per lo smart working

E’ il primo in provincia. Il sindacato: “Il lavoro da remoto deve essere un diritto”

REGGIO EMILIA – Per la prima volta a Reggio Emilia degli impiegati scioperano per il diritto collettivo allo smart working. Accade al Capannone 18 dell’Area Ex Reggiane, dove le bandiere della Fiom Cgil, dopo molti anni, tornano a sventolare durante un presidio di fronte alla sede della Ask Industries, storico marchio della metalmeccanica reggiana dove da mesi si tratta per il contratto aziendale. Con il negoziato in stallo i lavoratori hanno quindi deciso un pacchetto di ore di sciopero – oggi le prime 4 – per far valere le proprie ragioni.

“Su due temi in particolare i lavoratori pretendono risposte affermative: l’aumento di salario fisso e il diritto allo smart working”, spiega Viola Malandra, funzionaria Fiom. Di recente, spiegano le “tute blu”, “la direzione aziendale della Ask Industries ha fatto pervenire un testo di accordo individuale sul tema dello smart working che al sindacato è apparso più un manifesto politico che una proposta di mediazione”. La proposta “prevederebbe infatti che l’azienda, dopo aver riconosciuto la possibilità dello smart working, lo possa revocare senza motivo da un giorno all’altro trasformando un potenziale diritto individuale in una concessione completamente subordinata alla discrezionalità aziendale”. Insomma, afferma la Fiom, “un’assurdità contrattuale”.

Gli impiegati, sottolinea ancora la Fiom, “davvero non capiscono la ragione per cui un positivo strumento di conciliazione non venga riconosciuto come diritto, finalmente attuando una innovazione contrattuale, e invece l’azienda si sia arroccata su una posizione che mostra solo mancanza di fiducia e rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori”. Inoltre, continua Malandra, “i bilanci aziendali descrivono una condizione economica in continuo miglioramento che giustifica ampiamente le nostre richieste di aumenti fissi per poter andare incontro concretamente alla perdita del potere d’acquisto dei lavoratori, ma stiamo registrando una posizione di principio incomprensibile”.

Dunque, conclude la sindacalista, “lo sciopero è riuscito, ora riparta la trattativa”. Nei mesi scorsi la Fiom reggiana ha reso note due ricerche: la prima ha dimostrato che gli utili delle imprese metalmeccaniche, pur aumentati a livelli record, vengono redistribuiti solo in minima parte sui salari dei lavoratori che hanno perso una mensilità in termini di potere d’acquisto. La seconda analisi, più recente, ha evidenziato come gli impiegati delle aziende seguite dalla Fiom approvano in larga maggioranza lo smart working (che non ha comportato un calo di produttività) e vorrebbero poter continuare ad effettuarlo per 2-3 giorni a settimana, ma “attraverso una regolamentazione collettiva che lo garantisca come diritto individuale”.

Tra le aziende dove sono in corso le trattative per il rinnovo dei contratti aziendali ci sono intanto RCF, Meta System, Walvoil, Lombardini Kohler, Immergas, Comer Industries e tra poco la Argo Tractors.