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Dossier Antigone, i problemi del carcere di Reggio Emilia

7 febbraio 2023 | 15:50
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Dossier Antigone, i problemi del carcere di Reggio Emilia

Il rapporto: “Carente l’offerta destinata a donne e trans per istruzione, formazione, lavoro e attività ricreative, grave carenza di funzionari giuridico pedagogici e assenza di acqua calda in tutte le celle”

REGGIO EMILIA – Anche quest’anno Antigone ha stilato un dossier che intende restituire la fotografia dello stato attuale dei dieci istituti penitenziari per adulti presenti in regione e dell’istituto per minorenni di Bologna. L’attività di monitoraggio ha consentito di rilevare alcune criticità comuni a tutti gli istituti: tra le più gravi si segnalano la carenza generalizzata di personale medico che incide notevolmente sulla qualità del quotidiano detentivo, anche a fronte dell’alto numero di detenuti presenti in regione (3.407), la carenza di funzionari giuridico-pedagogici con relative conseguenze in merito ai percorsi trattamentali o, ancora, le pessime condizioni strutturali riscontrate in alcuni degli istituti, tali da richiedere interventi di carattere straordinario.

Si legge nel rapporto: “Il carcere di Reggio Emilia, visitato a dicembre, è un istituto di dimensioni contenute (346 detenuti) ma ad alta complessità: presente l’Articolazione per la Tutela della Salute Mentale (ATSM, unica in Regione per gli uomini, con 47 posti totali), una sezione per persone transgender (11 persone) e una sezione femminile (12 persone), suddivisa a sua volta in un reparto per detenute comuni e uno per l’alta sicurezza (AS3) e congiunte dei collaboratori di giustizia (c.d. Sezione “Z”). Tale frammentazione (e il numero esiguo di persone ristrette in alcune sezioni) ostacola un’equilibrata distribuzione delle risorse, soprattutto in termini di opportunità trattamentali e di spazi. Assolutamente carente, l’offerta destinata a donne e trans, sia per quanto riguarda l’istruzione (non sono attivi corsi scolastici), la formazione e il lavoro, che per le altre attività ricreative”.

Scrive Antigone: “Ci viene riferito che la presenza dell’ATSM comporta il trasferimento in istituto di un elevato numero di persone con disagio mentale provenienti da tutta Italia, caratterizzando anche la composizione della popolazione detenuta comune. Il numero di Trattamenti Sanitari Obbligatori (extra-ospedalieri) eseguiti negli ultimi due anni è notevolmente più alto rispetto alla media regionale, anche considerando la presenza della ATSM”.

E ancora: “La grave carenza di funzionari giuridico-pedagogici (tra luglio e novembre 2022 ne era in servizio uno sui cinque previsti, a fronte dell’alto numero di detenuti condannati in via definitiva, 269) ha avuto delle conseguenze particolarmente significative nella gestione dei programmi di trattamento. Ci viene comunicato che il Magistrato di Sorveglianza ha fatto un solo ingresso in istituto negli ultimi tre anni, a marzo 2020 (dopo la rivolta) e quattro collegamenti video nel 2020, quattro nel 2021 e due nel 2022”.

Conclude Antigone: “A livello strutturale l’istituto continua a presentare un grave problema di infiltrazioni e manca l’acqua calda in tutte le celle, nonostante siano attivi progetti di riqualificazione degli ambienti”.