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Scritte no vax, cinque persone denunciate

24 gennaio 2023 | 18:48
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Scritte no vax, cinque persone denunciate

Tre donne e due uomini, fra i 45 e i 56 anni, sono stati accusati di danneggiamento aggravato

REGGIO EMILIA – La polizia ha denunciato 5 persone che sono ritenute responsabili di danneggiamento aggravato per aver vergato, da marzo ad ottobre 2022, scritte e simboli del movimento no vax “Vi_Vi” su beni immobili dal valore istituzionale. Nelle prime ore di questa mattina il personale della Digos ha eseguito, nei loro confronti, 4 perquisizioni personali e domiciliari, denunciando 5 persone ritenute responsabili di danneggiamento aggravato.

Gli indagati, tutti sconosciuti alle forze di polizia, poiché mai emersi in contesti informativi e investigativi, sono 3 donne e 2 uomini, 4 di Reggio Emilia e uno residente nella provincia di Como, con un’età compresa tra 45 e 56 anni. I reggiani sono una casalinga, un dipendente di un’azienda agricola, un insegnante e un dipendente della pubblica amministrazione. Il quinto indagato per gli episodi criminosi perpetrati in questa provincia è residente a Como ed e’ dipendente di una ditta privata.

I cinque, secondo gli inquirenti, di notte e travisati anche con mascherine e parrucche, hanno vergato numerose scritte con vernice spray di colore rosso sui muri e sulle vetrate delle sedi di sindacati e ordini dei medici, a firma del movimento no vax Vi_Vi, così grandi ed invasive, tanto da causare dei veri e propri danneggiamenti degli immobili colpiti.

Dalle indagini è emerso che i partecipanti, prima degli eventi criminosi, avrebbero effettuato accurati sopralluoghi per verificare la presenza di sistemi di video sorveglianza. L’attività investigativa svolta dalla Digos reggiana e’ iniziata da circa un anno e si e’ concentrata sulla visione di numerosi filmati estrapolati da sistemi di videosorveglianza, con appostamenti e pedinamenti, compiuti anche in orari notturni. Gli investigatori hanno attribuito ai cinque 12 episodi criminosi dei 31 commessi in questa provincia.

Fra questi c’e’ il danneggiamento, nel marzo e maggio scorso alle sedi di Cgil e Cisl, quello del plesso scolastico “Italo Calvino in via della Canalina. E ancora in luglio l’imbrattamento della sede dell’Ordine degli Infermieri Professionali di via Montefiorino, dell’Ordine dei Medici Chirurgici e degli Odontoiatri di via Dalmazia. Infine, in ottobre, il danneggiamento, di nuovo, delle sedi della Cgil a Scandiano e in via Emilia Ospizio e quello di due pensiline delle fermate degli autobus del trasporto urbano di viale Timavo e parcheggio Zucchi.

La svolta nelle indagini si è avuta la notte del 19 ottobre scorso, quando 3 dei perquisiti, 1 uomo e 2 donne, in viale Timavo e nel parcheggio Zucchi a Reggio Emilia, sono stati colti in flagranza, mentre scrivevano con una bomboletta spray di colore rosso, sulle vetrate delle pensiline del trasporto pubblico urbano Seta.

Le perquisizioni effettuate nelle abitazioni, nelle auto e nei luoghi di lavoro degli indagati, hanno permesso di sequestrare radio trasmittenti, parrucche, indumenti scuri, alcuni dei quali macchiati di vernice rossa ed altri con simbolo ViVi, bombolette spray e secchi di vernice di colore rosso, adesivi e altro materiale riportante la simbologia del sodalizio, cellulari e computer che saranno analizzati da personale del centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale e delle comunicazioni di Bologna.

Sono stati sequestrati anche due adesivi, uno ritraente il presidente della Regione, Stefano Bonaccini con una svastica disegnata sulla fronte e uno raffigurante l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi vestito da ufficiale delle SS.

Sempre nell’ambito delle indagini sul movimento no vax Vi_Vi, il 13 gennaio 2022, la Digos aveva denunciato altri due giovani reggiani resisi responsabili di danneggiamento aggravato, per aver vergato con bombolette di vernice rossa alcune scritte, sempre a firma del gruppo Vi_Vi, sui muri dell’Università di Reggio Emilia.

Il questore di Reggio Emilia Giuseppe Ferrari elogia gli agenti e loda “l’acume investigativo non disgiunto da tenacia, sacrificio ed applicazione costante” che hanno permesso di risalire agli indagati, “sconosciuti alle Forze di Polizia e quindi difficilmente identificabili”. Il “bagaglio di informazioni acquisite ha consentito e consentirà alla Polizia di Stato reggiana, lo affermo con fierezza, di poter fronteggiare, sempre tutte le situazioni anche le più delicate”, conclude Ferrari.