Mafie, sindaci reggiani uniti al Tar in difesa interdittive

17 gennaio 2023 | 17:03
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Mafie, sindaci reggiani uniti al Tar in difesa interdittive

Il ricorrente è Tommaso Manfreda, imprenditore ed ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Casina, che in seguito alla vicenda si è dimesso dagli incarichi politici

REGGIO EMILIA – Un fronte istituzionale unito e compatto e una strategia legale condivisa per difendere in maniera decisa il sistema provinciale dei protocolli antimafia, “strumento di legalità utile ed indispensabile per contrastare il pericolo di infiltrazioni malavitose nel nostro tessuto economico ed in particolar modo in quello edilizio”.

E’ quanto ha deciso questa mattina il coordinamento dei sindaci reggiani, guidato dal presidente della Provincia Giorgio Zanni, riunitosi in via straordinaria per valutare le azioni in risposta al ricorso al Tar presentato dalla ditta Manfreda contro la Prefettura, per l’esclusione dalla white list, ma anche contro Provincia, Regione, Ministero dell’Interno e tutti i 42 Comuni reggiani che hanno costruito, sottoscritto e applicato i protocolli antimafia di cui è stata chiesta la sospensiva. Il ricorrente è Tommaso Manfreda, imprenditore ed ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Casina, che in seguito alla vicenda si è dimesso dagli incarichi politici.

“Al netto del legittimo ricorso al Tar contro l’interdittiva emessa dalla Prefettura, siamo fortemente preoccupati e non possiamo accettare l’altro obiettivo a cui evidentemente mira tale ricorso: azzerare il sistema di controllo dei protocolli antimafia costruito da tutte le Istituzioni di questa provincia negli ultimi sette anni”, sostengono i sindaci. Ricordando come “questi strumenti siano nati anche come concreta risposta all’inchiesta AEmilia, di concerto tra tutte le istituzioni coordinate dalla Prefettura, con l’intento di contrastare sempre più i pericoli di infiltrazione della criminalità organizzata nei cantieri pubblici come in quelli privati”.

Un impegno, viene ricordato, “iniziato nel 2015 che è stato progressivamente affinato e potenziato con l’addendum del 2021, disegnando un sistema di controlli che ha dimostrato in questi anni di saper restituire importanti risultati anche grazie alla costituzione di un apposito Ufficio associato per la legalità”. Dunque, “un sistema di controllo utile ed efficace che pensiamo dovrebbe, semmai, essere ampliato nel tempo anche ad ulteriori settori, pure a rischio di infiltrazioni”.

Da qui la decisione unanime di sindaci e Provincia di fare fronte comune anche nella strategia di opposizione al ricorso, che sarà coordinato tramite il servizio di avvocatura associata costituito dalla Provincia insieme agli avvocati delle altre parti citate in giudizio. Presente alla riunione anche il sindaco di Casina, Stefano Costi, che ha tenuto a sottolineare come “anche il nostro Comune, aderendo in questi anni ai protocolli antimafia, ha sempre ritenuto di fare la cosa giusta e di questo rimaniamo convinti anche oggi, senza remore o ripensamenti”.