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Valore (Dire): “Governo intervenga per agenzie di stampa”

9 dicembre 2022 | 17:57
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Valore (Dire): “Governo intervenga per agenzie di stampa”

L’editore che ha minacciato di lasciare a casa il 30% della forza lavoro: “La mia priorità e’ stata subito quella di garantire ogni mese l’erogazione degli stipendi”

REGGIO EMILIA – “Ringrazio le organizzazioni sindacali generali e di settore, i deputati e i rappresentanti delle istituzioni che in queste ore hanno espresso pubblicamente vicinanza all’agenzia di stampa nazionale Dire, che da tempo attraversa una grave situazione economico-finanziaria. È bene accendere finalmente i riflettori su questa vertenza che perdura da più di un anno, da quando i lavoratori e le lavoratrici della Dire sono stati sottoposti al regime di solidarietà, siglato prima che io rilevassi le quote di maggioranza della stessa”.

Lo dice Stefano Valore di Villanueva de Castellòn, editore dell’agenzia di stampa Dire, i cui lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione dopo l’annuncio del 30% di esuberi, che aggiunge: “Dal giorno in cui sono subentrato, ho investito nella Dire circa due milioni di euro di capitali personali e ho voluto fortemente puntare sull’innovazione tecnologica per elevare la qualità dell’offerta giornalistica. In soli 12 mesi, abbiamo dato nuova veste grafica al sito dire.it e lanciato tre nuovi prodotti a disposizione dei lettori: Dire tv, Radio Dire, App Dire. Fare impresa, per me, vuol dire crescita e sviluppo. Per le condizioni in cui versa la Dire, l’obiettivo prioritario è stato fin da subito garantire ogni mese l’erogazione degli stipendi ai dipendenti. Un quadro molto difficile, aggravato e reso drammatico da una crisi ben più ampia, che riguarda l’intero sistema dell’informazione primaria, così come sottolineato anche da una nota dell’Associazione Stampa Romana. Per tutte le agenzie di stampa, infatti, i bandi delle pubbliche amministrazioni per l’erogazione di servizi giornalistici rappresentano una significativa entrata. La stipula dei relativi contratti diventa, dunque, determinante per la loro sopravvivenza, inclusa quella dell’agenzia di stampa Dire”.

Continua Valore: “Ritengo molto importante la diffusa attenzione delle ultime ore, dopo mesi di sollecitazioni e appelli del sottoscritto alle organizzazioni sindacali e al precedente Governo. A maggio scorso, contestualmente alla formale richiesta di proroga del regime di solidarietà per effetto dei ritardi del Dipartimento dell’Editoria di Palazzo Chigi sulla definizione di nuove modalità di ripartizione dei fondi per l’acquisto dei servizi giornalistici delle agenzie di stampa, sollecitai la FNSI e tutte le organizzazioni sindacali a intervenire con forza sull’Esecutivo per accelerare i tempi e scongiurare così il problema degli esuberi. Con lo stesso intento, sempre nel mese di maggio scorso, inviai una nota al sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles. Nessuna risposta. Auspico che il nuovo sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini, possa intavolare quanto prima una radicale riforma del sistema, che includa in primis proprio i servizi giornalistici per Palazzo Chigi. Il flusso dei notiziari, essenziale per lo svolgimento dell’attività politica quotidiana dell’Esecutivo, viene erogato in regime di proroga da ormai troppo tempo”.

Conclude l’editore: “Una condizione di immobilismo che rende di fatto impossibile per una azienda come la Dire venir fuori dall’attuale stato di crisi. Siamo al punto di non ritorno e pur mantenendo ferma per più di un anno la volontà di salvaguardare l’occupazione, sono stato costretto a comunicare un piano di esuberi che mai avrei voluto. Le istituzioni chiamate in causa intervengano, dando risposte concrete e immediate. Già da lunedì proseguirà il confronto con le rappresentanze sindacali”.