Unindustria, l’allarme di Anceschi: economia reggiana in affanno

13 dicembre 2022 | 18:27
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Unindustria, l’allarme di Anceschi: economia reggiana in affanno
Unindustria, l’allarme di Anceschi: economia reggiana in affanno
Unindustria, l’allarme di Anceschi: economia reggiana in affanno
Unindustria, l’allarme di Anceschi: economia reggiana in affanno

La presidente, nel corso del tradizionale incontro di fine anno al Malaguzzi: “La finanziaria varata dal governo Meloni fatica a intercettare le priorità indicate da Confindustria”

REGGIO EMILIA – Gli “Scenari per le economie locali” – realizzati da Prometeia – evidenziano una contrazione del prodotto interno lordo reggiano, che a fine anno dovrebbe segnare +2,8% rispetto al 2021, un valore inferiore sia al tasso di crescita medio nazionale – +3,3% – che a quello regionale pari a +3,6%”.

E’ l’allarme lanciato da Roberta Anceschi, presidente di Unindustria, dal palco del’auditorium del centro Loris Malaguzzi nel corso del tradizionale incontro di fine anno dell’associazione. L’incontro è iniziato con la cerimonia di premiazione della sedicesima edizione del Premio Italiano Meccatronica, organizzato da Unindustria Reggio Emilia, in collaborazione con Il Sole 24Ore-Nòva e il supporto di Community Group.

Sono seguiti l’intervento di Roberta Anceschi, Presidente Unindustria Reggio Emilia, la relazione di Alessandra Lanza, Senior Partner Prometeia e due conversazioni con Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione Regione Emilia-Romagna e Luca Paolazzi, Direttore scientifico Fondazione Nord Est. Ha condotto i lavori Andrea Cabrini, Direttore Class CNBC.

Venendo ora alla realtà locale è opportuno richiamare l’indagine congiunturale – relativa al terzo trimestre 2022 – realizzata dall’Ufficio Studi di Unindustria Reggio Emilia. Ciò che emerge, come primo dato rilevante, è un quadro di flessione dei livelli produttivi dell’industria locale.

Ha detto la Anceschi: “Anche le nostre imprese hanno scontato gli effetti dell’aumento dei costi energetici e della forte incertezza generata dall’aggressione russa all’Ucraina. Sotto il profilo della produzione, si registra una debole crescita pari a un +1,4% rispetto ai livelli rilevati nello stesso periodo del 2021. La dinamica del portafoglio ordini risulta in flessione per la prima volta da due anni. Possiamo affermare che il rallentamento globale e il forte aumento dell’incertezza hanno già determinato un sensibile raffreddamento del clima di fiducia delle imprese che fino all’estate era ancora cautamente ottimistico. Ci preoccupa il fatto che gli sviluppi della guerra, l’emergenza energetica e la disponibilità dei fattori di produzione, le cui quotazioni restano molto più elevate di quelle pre-pandemia, abbassano sensibilmente le prospettive di crescita”.

Poi e’ passata a parlare di innovazione che, secondo la presidente, “è e rimane la prima e più grande opportunità. Il secondo è che gli industriali hanno ben compreso che l’innovazione è una partita che non si gioca da soli. In tale prospettiva voglio evidenziare che il Digital District deve diventare, a pieno titolo e ufficialmente, un’iniziativa territoriale di sistema, capace sia di supportare il futuro sviluppo locale, sia di concorrere a ridefinire il ruolo e la funzione di Reggio Emilia all’interno dell’area Medio Padana. Un obiettivo che rimanda non solo alla formalizzazione delle diverse partnership istituzionali, ma anche alla definizione delle più opportune e partecipate forme di governance, coerenti sia con gli obiettivi territoriali del Digital District, sia con la necessità e la volontà di sostenerne l’investimento nel lungo periodo. Allo stesso modo è indispensabile aggiornare il ruolo e la funzione sia della Fondazione Reggio Emilia Innovazione, sia del Parco Innovazione e, più in generale, della rigenerazione dell’area delle ex Officine Reggiane”.

Secondo la Anceschi “queste ultime devono diventare un grande progetto –condiviso formalmente dall’insieme degli attori locali – fondato sull’intreccio tra funzioni diverse, ma coerenti e complementari tra loro. Mi riferisco al Tecnopolo, ovvero ai nuovi insediamenti di imprese, di funzioni di Ricerca & Sviluppo e di incubazione di startup. Penso al Capannone 17, al Quarto Polo Universitario di Unimore, dedicato al digitale, e agli indispensabili insediamenti residenziali per studenti, docenti, tecnici e per le loro famiglie. Le ex Officine Reggiane devono diventare anche luogo d’insediamento di imprese culturali ad alto contenuto di creatività”.

Parlando del quadro nazionale, invece, la Anceschi ha detto che “la finanziaria varata dal governo Meloni fatica a intercettare le priorità indicate da Confindustria, come ha ben evidenziato il Presidente Carlo Bonomi nei suoi recenti interventi”.

E ha aggiunto: “Gli industriali reggiani condividono il suo giudizio su una legge di bilancio che possiamo definire “a tempo”. Il Governo, infatti, ha concentrato due terzi degli interventi sul caro-energia, ma lo ha fatto solo fino al 31 marzo. Cosa succederà dopo? Se a oggi la legge di bilancio è giustamente prudente sui saldi, la domanda è: al primo aprile cosa accadrà? La risposta a questo quesito non esiste e dunque non a caso sulla manovra pendono tre incognite. La prima, come già detto, è il tempo, ovvero la sua durata a cui nessuno pare abbia pensato. La seconda è la politica: è evidente che sono state prese decisioni per accontentare le diverse anime della maggioranza, ma tutto ciò – di fatto – è stato anteposto alle vere urgenze del Paese e delle imprese. La terza, infine, è la mancanza di visione, tanto sulla lotta alla povertà, quanto su occupabilità e produttività”.

Ha concluso la Anceschi: “In un contesto come questo acquista un particolare significato la rinnovata proposta di Confindustria che auspica e chiede alle parti sociali e al Governo un Patto per l’Italia. Oggi, infatti, è più che mai indispensabile sedersi al tavolo insieme e ragionare. L’auspicio è che il presidente del Consiglio confermi la sua fiducia nel ruolo dei corpi intermedi e stimoli al più presto un confronto approfondito fra le parti”.