Trading on line, truffe in continua crescita

7 dicembre 2022 | 18:06
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Trading on line, truffe in continua crescita

Ogni anno vengono denunciati alla polizia 600 reati sul web

REGGIO EMILIA – Sono pensionati, casalinghe e piccoli operai che dilapidano i risparmi di una vita comprando azioni di società su internet, in investimenti fallimentari consigliati da “consulenti” che spesso non sono neanche reali ma virtuali. Si tratta delle vittime delle truffe connesse al cosidetto “trading online” che, in provincia di Reggio Emilia, sono in cima alla classifica dei reati più commessi nella vasta gamma dei crimini informatici. Al secondo posto ci sono le violazioni dei profili social degli utenti e al terzo i raggiri “romantici” che fanno leva sui sentimenti di uomini e donne per sottrarre loro denaro.

In dettaglio nel 2020 si sono registrate 9 denunce di vittime di trading online e 3 denunce per truffe sentimentali. Nel 2021 le prime sono più che raddoppiate (passando a 20) e le seconde aumentate a 4. Infine quest’anno le transazioni finanziarie fraudolente hanno colpito 19 reggiani e 6 che pensavano di aver trovato l’amore ci hanno rimesso economicamente. La fotografia è scattata dalla sezione reggiana della Polizia Postale, che di recente ha cambiato nome in “per la sicurezza cibernetica”.

Nell’ufficio diretto dal dirigente Luigi Quaglio (nato nel 2006 quando i social ancora non esistevano) sono in forza 6 operatori che, secondo il piano di aumento dell’organico della Questura, raddoppieranno entro il 2027. All’anno vengono “trattati” sul territorio circa 600 fascicoli, un numero che si è mantenuto stabile anche nel biennio 2020-2022 della pandemia, in controtendenza rispetto ai dati nazionali. Quando infatti i reati online hanno registrato un’impennata del 98%, con un aumento esponenziale degli episodi di pedopornografia e adescamento su internet di minori.

“Quella di Reggio Emilia è una provincia abbastanza fortunata, il trend non è al momento preoccupante”, conferma Alessandra Belardini, primo dirigente del centro operativo per la sicurezza cibernetica di Bologna. Nonostante questo, a tutela dei più giovani- dai 12 ai 16 anni- il Questore Giuseppe Ferrari ha avviato degli incontri informativi in 13 scuole medie e superiori delle provincia per insegnare ai ragazzi, ai docenti e ai genitori, come “navigare” in modo consapevole e sicuro. Sempre Belardini dispensa subito alcuni consigli, invitando per esempio le famiglie con figli tra gli 8 e i 10 anni ad attivare lo strumento di sicurezza del “parental control”. Aiuta anche limitare il tempo di connessione alla rete dei ragazzi, possibilmente stando con loro mentre visitano il web. Per il primo dirigente della Polizia, inoltre, nel caso degli adolescenti vanno sempre condivise le credenziali di accesso ai social network, per evitare che anche inconsapevolmente condividano immagini illegali.

Il tutto ricordando, conclude Belardini, “che non occorre essere degli ingegneri informatici per tutelarsi” e “basta acquisire alcune semplici informazioni reperibili anche sui portali della Polizia di Stato”. A Reggio Emilia, poi, anche grosse aziende hanno firmato dei protocolli specifici con la Questura per tutelarsi da attacchi informatici alle loro “infrastrutture” e dal furto di dati “sensibili” propri o dei loro clienti. Uno tra tutti il gruppo della moda Max Mara.