Mafie, processo Grimilde: in primo grado 11 condanne e 5 assolti

15 dicembre 2022 | 20:55
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Mafie, processo Grimilde: in primo grado 11 condanne e 5 assolti

Pene per 55 anni di carcere: reggono accuse contro i Grande Aracri

REGGIO EMILIA – Nuovo colpo alle cosche di ‘ndrangheta in Emilia. Lo sferra la sentenza di primo grado del processo “Grimilde”, pronunciata oggi dal tribunale di Reggio Emilia contro 16 imputati che avevano scelto di essere giudicati con rito ordinario. Il verdetto, emesso dai giudici dopo tre giorni di Camera di Consiglio (in cui hanno lavorato in questura per ragioni di sicurezza alla stesura del dispositivo), stabilisce cinque assoluzioni e 11 condanne, per un totale di 55 anni di carcere.

La Procura antimafia di Bologna ne aveva chiesti circa il doppio, ma nel complesso l’impianto accusatorio ha tenuto. Lo stesso vale per l’aggravante del metodo mafioso, pure caduta per molti reati, ma il cui riconoscimento ha portato a comminare condanne per 45 anni sul totale delle pene emesse. Per quanto riguarda le singole posizioni, il boss di Brescello Francesco Grande Aracri, definito dal Pm Beatrice Ronchi il “simbolo della ‘ndrangheta in Emilia” è stato condannato a 19 anni e mezzo (contro i 30 richiesti).

Suo figlio minore paolo a 12 anni e 2 mesi (la Procura ne aveva chiesti 16 anni e sei mesi). Per Gaetano e Domenico Oppido, padre e figlio, che avevano ordito una maxi truffa da 2,3 milioni al ministero delle Infrastrutture, si aprono le porte del carcere per, rispettivamente, sei anni e quattro mesi e tre anni e otto mesi.

Assolto con formula piena (perché il fatto non costituisce reato) l’imprenditore reggiano Omar Costi, implicato anche in Emilia, che rischiava nove anni di reclusione. Ingenti le entità dei risarcimenti alle parti civili. Alla presidenza del Consiglio dei ministri 150.000 euro e al ministero delle Infrastrutture, truffato dagli Oppido, 2,3 milioni che saranno gli stessi artefici del raggiro a dover versare. All’Agenzia nazionale dei beni sequestrati vanno 10.000 euro e alla Regione Emilia-Romagna 139.000 euro.

Al Comune di Brescello, non presente in aula per la lettura della sentenza, sono riconosciuti danni per 119.000 euro, 69.000 al Comune di Cadelbosco e 40.000 a quello di Reggio Emilia. Stessa cifra per i sindacati Uil regionale e di Bologna, Cgil Emilia-Romagna, Cisl Emilia-Romagna e Camera del Lavoro di Reggio Emilia. All’associazione antimafia Libera vanno 70.000 euro e 50.000 ad Avviso Pubblico. Il giudice ha disposto anche la confisca di beni e società degli imputati già sottoposti a sequestro cautelare durante la fase delle indagini.

L’avvocato difensore di Francesco e Paolo Grande Aracri, Carmine Curatolo, ha ribadito che secondo lui “esiste un forte pregiudizio di questo tribunale territoriale (quello di Reggio, ndr) nei confronti degli imputati per associazione mafiosa” (Fonte Dire).