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Inchiesta Billions, prime 24 condanne per le fatture false

22 dicembre 2022 | 15:30
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Inchiesta Billions, prime 24 condanne per le fatture false

In 37 scelgono il patteggiamento, dieci assolti: pena di sette anni per i due capi. La Finanza: “Confermato l’impianto accusatorio”

REGGIO EMILIA – La sentenza del Tribunale di Reggio Emilia a seguito dell’inchiesta ‘Billions’ condotta da Gdf e Polizia di Stato coordinate dal sostituto procuratore Giacomo Forte, ha condannato 61 imputati (24 condanne con rito abbreviato e 37 patteggiamenti), “confermando la fondatezza dell’impianto accusatorio che ha permesso di scardinare un’associazione a delinquere dedita alle frodi fiscali, al reato di autoriciclaggio, alla frode carosello, al compimento di reati di natura fallimentare e a un complesso sistema di truffa, ai danni di istituti bancari, mediante l’accesso abusivo al credito”.

Lo rimarca la Gdf rimettendo in fila gli elementi dell’inchiesta: al vertice dell’associazione alcuni capi coordinavano 10 cellule operative che potevano contare su società di comodo (cartiere) per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, di “prelevatori professionali” di denaro da sportelli bancomat e procacciatori di soggetti economici interessati ad ottenere servizi finanziari illegali. Al gradino più basso “una folta schiera di soggetti prestanome titolari di molteplici di società cartiere che non avevano alcuna struttura aziendale e che servivano solo per produrre fatture false”.

L’analisi dei flussi finanziari delle società cartiere ha permesso di ricostruire, spiega la Gdf nella sua nota, movimentazioni quantificate in oltre 240 milioni di euro, di cui 50 milioni in prelievi di denaro contante. L’ammontare del giro di fatture false emesse è stato calcolato in 80 milioni di euro con un’imposta evasa quantificata in circa 24 milioni di euro. Nel corso delle indagini sono state eseguite, in una prima fase, perquisizioni locali e personali che hanno portato al sequestro di circa 500.000 euro, 267.000 euro in contanti, provento dei reati e di cui rappresentavano la monetizzazione.

Tra le condotte contestate agli imputati, c’è anche l’autoriciclaggio: attraverso società create ad hoc, hanno inviato 1,2 milioni di euro con bonifici all’estero a imprese comunitarie sempre controllate dalle stesse persone, giustificando la cose come pagamento di acquisti intracomunitari, ma in realtà finti. I fondi venivano poi reinvestiti in attività commerciali sempre all’estero e controllate da chi aveva messo in piedi il sistema. In Europa era stato messa in piedi una compravendita di auto dalla Germania.

Le indagini hanno anche evidenziato un complesso sistema di truffa e successivo autoriciclaggio ai danni di Istituti bancari, mediante l’accesso abusivo al credito, ottenendo mutui o altre forme di finanziamento, per trasferire il denaro sui conti delle altre società. Il flusso finanziario era reimpiegato nel meccanismo di emissione di fatture false. E’ stato accertato, inoltre, che gli imputati si sono resi responsabili anche di reati fallimentari. Hanno fatto fallire quattro società utilizzate come cartiere, distraendo, in larga parte attraverso prelevamenti in contanti, più di sette milioni di euro.

L’indagine, ricorda sempre la Gdf, ha portato a 51 misure cautelari personali, 22 detentive, 106 misure cautelari reali, per circa complessivi 24 milioni di euro sui beni intestati o nella disponibilità degli indagati, tra cui 21 auto per un valore di 844.800 euro (Ferrari, Chevrolet, Porsche, Audi e Range Rover), una moto Ducati, denaro contante per 370.090 euro ed altri beni di lusso come orologi, gioielli e quadri d’autore. Gli accertamenti bancari hanno trovato in capo agli indagati disponibilità per cinque milioni e 189.694,84 euro, tutti sequestrati.