Diecimila reggiani colpiti dall’influenza, ospedali in affanno

23 dicembre 2022 | 13:24
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Diecimila reggiani colpiti dall’influenza, ospedali in affanno

Il dottor Mazzi: “Ben 430 accessi al giorno al pronto soccorso e 100 a quello pediatrico. Sono numeri che in 30 anni di carriera non avevo mai visto”

REGGIO EMILIA – Diecimila reggiani a letto con l’influenza con ospedali e pronto soccorso in difficoltà. Il combinato di influenza e Covid sta mettendo in seria difficoltà la sanità reggiana in questa fine d’anno. I più colpiti dal virus, che dilaga dopo che per due anni era praticamente sparita, sono i bambini nella fascia 0-14 anni. Questo comporta ricoveri che, sommati ai 140 attuali per Covid (a cui se ne aggiungono tre in terapia intensiva), mettono sotto tensione le strutture sanitarie. In isolamento ci sono 2.146 reggiani, quando l’anno scorso erano 10mila.

Il quadro e’ stato delineato dal dottor Giorgio Mazzi, durante l’incontro di fine anno con la stampa per fare il punto sulla situazione Covid nella nostra provincia. Ha detto il direttore del presidio ospedaliero provinciale: “Lo scenario e’ molto diverso rispetto ad un anno fa. Viviamo una situazione difficile con ricoveri, prevalentemente, di bambini e pazienti anziani. Abbiamo avuto un iperafflusso nel pronto soccorso con una media di accessi di 462 al giorno a novembre e 430 in dicembre, contro i 419 e 380 dell’anno scorso. Per due volte siamo stati costretti a chiudere il pronto soccorso di Reggio ai codici di gravità minore per alcune ore. Anche il pronto soccorso pediatrico ha attraversato un periodo difficile. In novembre in alcuni giorni, sono stati sfiorati i 100 accessi al giorno. L’afflusso e’ raddoppiato rispetto all’anno scorso. Sono numeri che in 30 anni non avevo mai visto”.

Gli fa eco il direttore generale, Cristina Marchesi, che aggiunge: “La situazione più critica, oggi, e’ quella del pronto soccorso. I cittadini sappiano che, se ci vanno per patologie non gravi, le attese possono superare le sei ore. Questo, oltre al grande afflusso, e’ dovuto anche alla difficoltà nel reclutare personale medico in questo settore”.

Marco Massari, direttore del reparto malattie infettive, aggiunge: “In tutto abbiamo avuto 240mila casi di Covid a Reggio Emilia e quasi 2mila decessi, ma considerate che i morti per covid andrebbero moltiplicati per tre. Sull’influenza, invece, veniamo da due anni in cui ha circolato pochissimo e quindi abbiamo di fronte un maggior numero di persone suscettibili, soprattuto i bambini. Il problema e’ che non abbiamo gli anticorpi. Il Covid partiva da una contagiosità simile a quella dell’influenza e, con le varianti, e’ diventato il virus più contagioso mai incontrato: pari al morbillo se non di più. Una persona infetta può contagiare fino a 18-20 persone. Abbiamo invece assistito a una riduzione della mortalità. Come valore assoluto, oggi, il Covid e’ diventato come l’influenza: muore una persona su mille fra quelle contagiate. La differenza e’ che l’influenza colpisce la popolazione per pochi mesi all’anno, mentre il covid provoca continue ondate. Quindi il numero di persone contagiate da Covid e’ superiore all’influenza e, di conseguenza, pure la mortalità. Il crollo della mortalità e’ dovuto, in buona parte, alle vaccinazioni che, in Italia, hanno salvato 189mila vite e 20 milioni a livello mondiale”.

Massari conclude con un invito a comportarsi con prudenza durante queste festività: “Ci sono molti virus in giro: cerchiamo di essere gentili con noi stessi e, soprattutto, con i fragili. Le persone che hanno sintomi influenzali e’ bene che non vadano in giro. Prima di andare a trovare persone anziane e fragili, bisogna controllare se si hanno sintomi e, magari, fare anche un test antigenico. Quando ci sono tante persone in una stanza, ventilate gli ambienti e usate la mascherina sui mezzi pubblici e nei luoghi dove c’e’ ressa e affollamento. La pandemia non sparisce per decreto e questo va tenuto presente. Manteniamo le precauzioni”.