“Silk Faw, è ora di mettere la parola fine a questa vicenda”

Verdi, Sinistra italiana e Possibile: “Crediamo fermamente che per quell’area si debba mantenere l’indirizzo volto a insediarvi iniziative industriali dalla forte innovazione tecnologica”
REGGIO EMILIA – Anche ottobre è passato senza che neppure il promesso adeguamento, al progetto della grande fabbrica di auto di lusso, sia stato presentato dai vertici aziendali sino-americani, almeno da quel che ci è dato sapere. In questo caso non vale il detto “nulla nova, bona nova”, vista la rilevanza della iniziativa industriale, pare sia valido proprio il contrario.
Per chiarezza, crediamo sia venuto il momento di mettere la parola fine ad una vicenda che si è trascinata per troppo tempo, con grandi ambiguità fino a perdere totalmente di consistenza. Riteniamo, infatti, che sia venuto meno anche “il giusto grado di pazienza per evitare di far scadere il dibattito in un pericoloso provincialismo” per dirla con le parole del sindaco Luca Vecchi.
A questo punto c’è un problema di credibilità per una classe politica che vuole giustamente ispirarsi alla tradizione di buon governo del passato e che, ad un certo punto, deve definire i limiti e i termini dell’attesa anche perché decine di dipendenti si trovano con un contratto di solidarietà e migliaia di euro di arretrati.
Pur avendo guardato, da subito e senza pregiudizio, alla possibilità di sviluppo della filiera dell’auto elettrica nella nostra provincia, non abbiamo mai nascosto le perplessità sulla poca trasparenza e sugli aspetti realmente innovativi dell’intera operazione industrial – commerciale.
Per la verità avevamo fatto notare come di “elettrico”, in quella supercar proposta come modello apripista, vi fosse davvero poco, caratterizzata da un piccolo motore elettrico, sovrastato nella potenza, nella preminenza e nella forza propulsiva, da un 8 cilindri tradizionale, che nulla avrebbe aggiunto alle caratteristiche motoristiche di tanti modelli sportivi presenti sul mercato e sfornati dai grandi marchi emiliani. La supercar S9 è stata presentata come un modello a basso impatto ambientale ma la stessa casa automobilistica segnala sul proprio sito che “i dati sui consumi di carburante e sulle emissioni di CO2 non sono ancora disponibili perché il veicolo non è ancora in fase di omologazione”.
Ci siamo chiesti anche che tipo di appeal potesse avere un prodotto molto simile alle tante supercar che la motor valley nostrana è in grado di offrire. Auto in grado di garantire prestazioni d’eccezione ad un pubblico per forza di cose e di portafoglio, molto esclusivo e limitato.
Ci siamo chiesti, altresì, quanta innovazione vi fosse in un processo produttivo che avrebbe pescato a piene mani da produzioni, sia di parti strutturali che di componentistica, provenienti dalla madrepatria cinese. Ma tale e tanto è stato l’entusiasmo delle élite politico industriali emiliane che ogni considerazione critica è stata sommersa dalla grancassa mediatica.
Giunti a questo punto della storia, rimane aperto il tema del destino di quell’area produttiva, su cui si deve porre la giusta attenzione, nel rispetto e nei limiti delle attuali normative. Per prima cosa e per correttezza nei confronti dell’opinione pubblica, va ritirata la delibera comunale contenente la variazione in aggiunta di ulteriori 7 ettari a quell’area già a vocazione produttiva, come pure va scongiurato, in quei luoghi come nell’area metropolitana, l’insediamento di un grande polo della logistica.
Crediamo fermamente che per quell’area si debba mantenere l’indirizzo volto a insediarvi iniziative industriali dalla forte innovazione tecnologica, favorendo investimenti nelle filiere industriali strategiche e innovative, con progetti legati alla digitalizzazione, all’innovazione e alla competitività del made in Italy ad esempio nei settori dell’agroindustria, del design, della moda, dell’arredo, ma soprattutto della microelettronica e dei semiconduttori ecc… il cui sviluppo nei territori europei è tra l’altro incentivato dal PNRR…
Sappiamo bene che non è compito facile intervenire sul privato industriale e sui proprietari delle aree, per spingere gli investimenti in questa direzione, ma il compito della politica è quello di formulare proposte ed indicare la direzione di marcia.
Crediamo infatti che non disturbare chi vuole fare, non sia per nulla sufficiente……anzi spesso può risultare dannoso per l’intera collettività.
Alleanza Verdi, Sinistra Italiana, Possibile