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“Si spaccia per decreto anti rave, ma vuole punire chi organizza e partecipa a manifestazioni”

2 novembre 2022 | 15:18
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“Si spaccia per decreto anti rave, ma vuole punire chi organizza e partecipa a manifestazioni”

Il consigliere di Coalizione Civica, Dario De Lucia: “Con il nuovo decreto legge di Meloni e soci se in 51 persone facciamo una manifestazione non autorizzata rischiamo anni di carcere e pene detentive”

REGGIO EMILIAE’ da ieri notte che siamo bombardati dall’informazione relativa al contenuto del Decreto Legge n. 162 approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, in particolare sull’introduzione di pene e multe per i “rave party” termine che però non mai contenuto nel testo del relativo articolo.

Il decreto legge presentato, con la strumentalizzazione del rave tenutosi a Modena, cita: “l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.

Con la definizione “terreni o edifici”, chiaramente non finiscono sotto attacco solo i rave, ma anche le università, i luoghi di lavoro e le piazze. Il decreto, infatti, si scontra bruscamente con l’art. 17 della Costituzione, consegnando il diritto di riunione e manifestazione pubblica al giudizio soggettivo e a pene esemplari (dai tre ai sei anni di reclusione, oltre la multa).

Il 434-bis istituisce una nuova fattispecie di reato: “Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”. Chiunque organizza o promuove l'”invasione” – commessa da più di 50 persone – è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da 1.000 a 10.000 euro. 

La norma stabilisce sanzioni anche per i partecipanti, per cui la pena è “diminuita” fino a un terzo. Per come è scritto il decreto legge se più di cinquanta persone invadono un terreno per un raduno definito come contrario all’ordine pubblico, rischiano una pesante pena detentiva. Scritta così la norma è davvero amplissima e apre a grandi interrogativi quanto alla libertà di riunione e di manifestazione del pensiero.

Il presidente delle Camere Penali Gian Domenico Caiazza ci dice anche che la pena superiore ai 5 anni consente che possano essere disposte intercettazioni anche nei confronti dei partecipanti. Come per i malavitosi possono controllare le comunicazioni sia ad organizzatori sia ai partecipanti.

Il nuovo decreto non va nella direzione definita di scagliarsi contro i rave party ma verso una discrezionalità che potrebbe essere un pericolo per la libertà di associazione e di manifestazione. Come amministratori civici abbiamo il dovere di fermare questo provvedimento voluto dal Governo.

Dario De Lucia, consigliere comunale Coalizione Civica