Sanità, picchi di prescrizioni: reggiani costretti ad esami fuori provincia

26 novembre 2022 | 13:45
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Sanità, picchi di prescrizioni: reggiani costretti ad esami fuori provincia

Le criticità si verificano soprattutto nei mesi di maggio e settembre-ottobre. Sonia Gualtieri, responsabile unico dell’accesso: “Stiamo lavorando per evitare disagi”

REGGIO EMILIA – Criticità, soprattutto in maggio e settembre-ottobre, che possono comportare di dover effettuare esami medici fuori provincia per i residenti a Reggio Emilia. Picchi di richieste e assenza di professionisti creano difficoltà all’Ausl soprattutto in alcuni mesi dell’anno. Problemi a cui l’azienda sanitaria sta cercando di mettere mano. E’ emerso dopo una telefonata con l’Ausl con cui abbiamo parlato, perché alcuni lettori ci avevano segnalato che erano dovuti andare a fare una gastroscopia e una ecografia a Carpi, visto che nelle strutture reggiane non era possibile prenotare l’esame in ottobre.

Sonia Gualtieri, direttrice del distretto sanitario di Castelnovo Monti che nell’Ausl si e responsabile unico dell’accesso, spiega la situazione: “A partire dal 2020, con il lockdown e il covid, abbiamo avuto la necessità di ricollocare degli esami per garantire un numero maggiore di prestazioni e così abbiamo allargato il raggio delle zone dove era possibile rivolgersi. Questo ci ha permesso di ricollocare prestazioni e incrementare i posti. Queste strutture, fuori provincia, come Carpi o Modena, sono rimaste perché c’è un contratto di un triennio che arriva fino al 2023. Ci hanno dato una mano e stanno dando tuttora un aiuto per recuperare i tempi di attesa. Con il privato accreditato abbiamo circa un 20 per cento di visite rispetto a quelle complessive erogate: un dato che è un po’ più elevato per Tac e risonanze dove siamo sul 27-30 per cento”.

La dottoressa Gualtieri ci ha poi spiegato che può capitare che, in momenti di picco prescrittivo, ci si debba rivolgere fuori provincia. Dice: “Ci sono due periodi, che corrispondono a maggio e a settembre-ottobre, in cui non riusciamo ad assorbire tutte le prestazioni precscritte. Le faccio un esempio. Per oculistica, nel mese di settembre, abbiamo avuto richieste per 6mila visite, quando, di solito, viaggiamo sulle 3.000-3.500 in un mese. Consideri che noi dobbiamo garantire anche le urgenze e le urgenze brevi”.

Inoltre in questo momento sta arrivando l’influenza e si registrano diverse assenze di professionisti. Continua la Gualtieri: “Non riusciamo a trovare sostituzioni per la carenza di professionisti. Se io ho un’assenza, mi va ad impattare sull’offerta. La domanda è elevata e l’offerta non si può sempre dare nell’ambito della provincia: un po’ per la carenza di professionisti e un po’ perché alcuni settori, come la radiologia per esempio, lavorano molto per i pazienti interni”.

E conclude: “Le dò un altro dato sulle prestazioni di primo accesso. Nel 2019, nei primi undici mesi, avevamo 235.505 prestazioni prenotate. Quest’anno, nello stesso, periodo sono state 287.468. Siamo riusciti a incrementare il numero di prestazioni, ma dobbiamo riuscire a garantire un livello numerico consistente e costante spalmato su tutti i mesi dell’anno”.