Saman, ecco cosa può accadere al padre Shabbar

16 novembre 2022 | 17:05
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Saman, ecco cosa può accadere al padre Shabbar

Con la contestazione di omicidio il Pakistan non dovrebbe porre ostacoli all’estradizione, ma molto dipenderà anche dalla difesa

REGGIO EMILIA – La polizia del Punjab ha notificato ieri a Shabbar Abbas, padre di Saman, l’accusa che gli contesta l’omicidio della figlia, scomparsa a Novellara il 30 aprile 2021 dopo che aveva rifiutato un matrimonio combinato. Le autorità pakistane lo stanno trasferendo ad Islamabad dove gli verrà notificata la ‘red notice’ dell’Interpol, che segue il mandato di cattura internazionale. Domani è prevista un’udienza per la notifica. Shabbar Abbas, dunque, non è stato arrestato solo per la presunta frode a un connazionale.

L’ordine di cattura recepisce le indagini dei carabinieri e della procura di Reggio Emilia sul delitto commesso, secondo l’accusa, da cinque parenti della ragazza, compresi i due genitori. Ricordiamo che nei confronti di Shabbar e di sua moglie, Nazia Shaheen, pure lei accusata dell’omicidio della figlia, l’allora ministra della Giustizia Marta Cartabia aveva firmato la richiesta di estradizione. La moglie, al momento, non si sa dov’è.

Altri tre parenti, invece, sono attualmente in custodia in Italia: lo zio di Saman Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Andranno a processo il 10 febbraio del 2023.

Il provvedimento eseguito martedì dalla polizia del Punjab è un arresto internazionale provvisorio, esecuzione di un mandato d’arresto internazionale emesso dall’Italia, passato dall’Interpol e recepito dalla polizia pakistana. Questo vuole dire che le forze investigative dei due Paesi, con l’Interpol a fare da tramite, condividono lo stesso quadro accusatorio, basato sull’accusa di omicidio.

Ora sarà un magistrato pakistano a decidere se le accuse mosse dall’Italia siano da ritenere valide e sufficientemente dettagliate, per poter consentire un’estradizione, oppure per negarla. Di solito l’estradizione viene concessa se il reato contestato nel paese che la chiede è riconosciuto e punito anche nel Paese dell’indagato o ricercato internazionale. Sul caso di omicidio, quindi, non dovrebbero esserci ostacoli, il Pakistan potrebbe dire sì all’estradizione.

Bisogna anche vedere come si comporterà il padre di Saman che può negare gli indizi a suo carico, oppure riconoscere il reato commesso ma ricordare, per esempio, che sua figlia si era opposta a un matrimonio concordato da tutta la famiglia. Pratica che suscita orrore oggi in Italia, ma che, purtroppo, è molto diffusa in Pakistan.