Reggio Emilia supporta la rivoluzione delle donne iraniane

8 novembre 2022 | 09:49
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Reggio Emilia supporta la rivoluzione delle donne iraniane
Reggio Emilia supporta la rivoluzione delle donne iraniane
Reggio Emilia supporta la rivoluzione delle donne iraniane

Il documento proposto da Coalizione Civica, approvato dal consiglio comunale, sarà inviato all’ambasciata dell’Iran e al Ministero degli Esteri

REGGIO EMILIA – Il consiglio comunale ha approvato ieri, con 22 voti a favore (Pd, Più Europa, Europa verde- Immagina Reggio, Reggio è, Coalizione civica, M5S, Alleanza civica) e 3 astenuti (Lega Salvini premier), un ordine del giorno ex art. 21, primo firmatario il consigliere De Lucia, di sostegno alle donne iraniane. Tra gli impegni quello di inviare il testo all’ambasciata dell’Iran in Italia.

Il documento proposto da Coalizione Civica sarà inviato all’ambasciata dell’Iran e al Ministero degli Esteri. Ai sensi dell’articolo 638 del codice penale islamico iraniano, qualsiasi atto ritenuto “offensivo” per la pubblica decenza è punito con la reclusione da dieci giorni a due mesi o 74 frustate. Una nota esplicativa all’articolo afferma che le donne che vengono viste in pubblico senza il velo devono essere punite con una reclusione da dieci giorni a due mesi o multa in contanti. La legge si applica alle ragazze di nove anni, che è l’età minima di responsabilità penale per le ragazze in Iran. Di fatto, tuttavia, le autorità impongono il velo obbligatorio alle ragazze dall’età di sette anni, quando iniziano la scuola elementare.

La morte della donna curda iraniana Masha Amini, 22 anni, a causa di un velo indossato male, e di Hadis Najafi, 20 anni, uccisa dalle forze di sicurezza iraniane per aver protestato nella città di Karaj, vicino a Teheran, contro l’hijab obbligatorio si sommano alla detenzione, nel carcere di Tasvin a Teheran, dell’italiana Alessia Piperno, 30 anni.

Hanno detto i consiglieri di Coalizione civica De Lucia e Aguzzoli: “I giovani e le donne iraniane stanno lottando, a prezzo della libertà e spesso della vita – sono oltre 300 i morti a causa della repressione della polizia iraniana – contro una teocrazia sanguinaria e violenta, contro una dittatura che vuole tenere un grande paese nell’arretratezza del medioevo e che sta attuando una repressione senza pietà. Chi protesta vuole essere libera e libero di vivere. Con il documento approvato da tutti i partiti abbiamo posizionato dimostrare la nostra solidarietà e fare sentire meno soli chi sta rischiando la vita in Iran. Siamo scesi in piazza l’8 Ottobre a Reggio Emilia e abbiamo dato seguito nelle istituzioni alla proposta. Siamo stati i portavoce della proposta scritta da REC Reggio Emilia in Comune assieme a Humans – Femminismo, LGBT+, More, ci teniamo a ringraziare pubblicamente l’attivista Elena Codeluppi”.

Ha aggiunto il coordinamento di Rec: “Ci teniamo a specificare che le proteste non sono contro l’Islam ma hanno una matrice antipatriarcale, riguardano la libertà di scelta e di autodeterminazione, con delle analogie con quelle delle donne verificatesi in Francia o in Svizzera in seguito al divieto di indossare il velo da parte di quegli Stati. In altre parole, le donne iraniane chiedono di essere libere di scegliere e rifiutano il controllo delle autorità sul proprio corpo”.