Rapina e aggressione, minorenne portato in comunità

9 novembre 2022 | 10:10
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Rapina e aggressione, minorenne portato in comunità

I due reati erano state consumati, uno dopo l’altro, il 30 settembre scorso in via Emilia all’Angelo e in via Fratelli Cervi

REGGIO EMILIA – La polizia ha dato esecuzione alla misura cautelare del collocamento in comunità nei confronti di un minore presunto autore di una rapina ed una aggressione a danno di coetanei che erano state consumate, una dopo l’altra, il 30 settembre scorso in via Emilia all’Angelo e in via Fratelli Cervi.

Il giovane aveva agito insieme a due complici, nella tarda serata, avvicinando una coppia e costringendola a interrompere la loro passeggiata. Uno dei due aveva tentato di scappare, ma era stato raggiunto e rapinato. Subito dopo il gruppetto aveva tentato di utilizzare il bancomat appena rubato.

Secondo gli investigatori i tre, poco più tardi, avevano anche cercato di fermare un’auto guidata da un ragazzo 18enne che era riuscito a fuggire. Il minorenne sottoposto a misura cautelare ha già dei precedenti, anche gravi. Infatti è stato denunciato per una rapina in una farmacia il 19 gennaio scorso.

Commenta il questore Giuseppe Ferrari: “L’operazione odierna, al di là delle responsabilità individuali che andranno accertate nelle sedi opportune, unitamente alle altre misure cautelari personali, emesse sempre a carico di minori ed eseguite nell’ultimo mese, testimoniano l’efficacia di questa attività, tesa a leggere il contesto criminale emergente dal territorio. In particolare, la questura ha rilevato il crescente rischio della commissione di reati da parte dei più giovani e pertanto, da più di due anni, si è mossa secondo un duplice indirizzo: il primo, seguito unitamente agli altri attori istituzionali (famiglie, operatori scolastici, Servizi sociali, Comune e Università), coordinato dall Prefettura nell’ambito di un apposito Tavolo, è stato quello di conoscere e cercare di prevenire comportamenti potenzialmente pericolosi attraverso controlli, dialoghi e incontri con i giovani anche nelle scuole, al fine di educarli alla legalità. Un secondo indirizzo è stato quello di reprimere, doverosamente e meticolosamente, con il coordinamento delle competenti Procure della Repubblica, ogni condota illegale, per evitare che si possano creare asserite sacche di impunità, collegata alla età dei presunti autori dei reati, e scoraggiare il verificarsi di ulteriori comportamenti illeciti compiuti dai giovani”.