Caro energia, i sindacati contro Hera e Iren: “Sindaci, non siate zerbini”

16 novembre 2022 | 16:48
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Caro energia, i sindacati contro Hera e Iren: “Sindaci, non siate zerbini”

È un appello che suona come una sveglia a tutto il sistema, quello di oggi a Bologna

REGGIO EMILIA – Minacce internazionali e incertezze italiane, bollette salate e difficoltà ad arrivare a fine mese, stipendi bassi e più che mai non al passo dei tempi, anche perché i contratti nazionali scaduti non vengono rinnovati, multiutility che possono e devono fare di più, a partire dai distacchi delle utenze fragili, sindaci e Regione che devono intervenire subito.

È un appello che suona come una sveglia a tutto il sistema, quello di oggi a Bologna per iniziativa dei sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil. Sforzandosi di presentarsi come un blocco sempre più unitario, sotto la pioggia leggera ma costante di piazza Roosevelt partono stoccate al nuovo Governo, non solo su flat tax “iniqua” e nuovo tetto al contante “che non serve ai lavoratori”, ma appunto anche alle imprese e alle istituzioni locali, come a dire che pure nella ‘virtuosa’ Emilia-Romagna è ora di cambiare registro.

“Se fossi nelle istituzioni e nei sindaci questa mattina, comincerei a preoccuparmi seriamente”, attacca dal palco Giuliano Zignani, segretario regionale e bolognese della Uil, nei confronti di Hera e Iren in questa fase, che fra l’altro si ritroveranno a un tavolo insieme con la Regione, e i sindacati stessi, già in agenda per inizio dicembre.

“Abbiamo due grandi multiutilities in questa regione che dichiarano profitti e utili eppure i sindaci sono i loro zerbini, visto che non affrontano la situazione come andrebbe affrontata. Hera nei primi 9 mesi ha segnato un utile di oltre 200 milioni di euro e Iren ricavi pari a 81,9% in più rispetto al 2021, e nessuno nelle istituzioni si permette di chiedere loro – insiste Zignani – di fare la loro parte, visto che comunque queste aziende hanno una grande responsabilità sociale. Le due utilities sono in mano pubblica, in mano a lavoratrici, lavoratori e cittadini e i sindaci sono nostri rappresentanti”.

Pressa il sindacalista Uil sui Comuni, tra gli applausi della piazza: “Devono mettersi in testa che la situazione va tenuta sotto controllo. E non possiamo permetterci in una città come Bologna, dove tante famiglie non riescono a pagare le bollette, che Hera in sostanza chiuda i rubinetti a chi non ce la fa. Non è pensabile e non è possibile, chiediamo più attenzione su questi temi”. E tra gli interventi riservati ai delegati è il giovane presidente di Adoc (Associazione Difesa Orientamento Consumatori) Emilia-Romagna, Manuel Michelacci, e ricordare che “dal 1990 a oggi i salari italiani sono calati del 2,9%, a differenza di quelli degli altri Stati europei che sono cresciuti: segnaliamo a istituzioni e classe imprenditoriale che si tratta della logica della massimizzazione del profitto, che dimentica i diritti dei lavoratori”.

Rimarca sulle utilities anche il segretario regionale Cisl, Filippo Pieri: “A Regione e Comuni chiediamo maggiore impegno e più determinazione, nel mettere in campo in questa fase interventi di emergenza a favore delle famiglie anche usando gli utili delle multiutility. Serve senso di responsabilità da parte delle nostre utility, cui chiediamo- incalza Pieri- anche un maggior coinvolgimento partecipativo dei lavoratori e del sindacato su piano industriale e investimenti”.

A fianco del segretario regionale Massimo Bussandri, per la Cgil interviene Francesca Re David della segretaria nazionale, che promette dal palco: “Siamo pronti a mobilitarci e a coinvolgere il massimo possibile lavoratrici e lavoratori a sostegno dei nostri diritti. Commercio, turismo e terziario sono in attesa da anni di rinnovi contrattuali, e non è che le imprese- punge l’ex segretaria Fiom- non abbiano guadagnato in questi anni, anzi: è che non vogliono restituire. Abbiamo contratti di 8 ore o 16 ore alla settimana, frantumate. Si è poveri lavorando, in Italia”.