Ex Corghi, arrivano a 100 le ore di sciopero

5 ottobre 2022 | 16:15
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Ex Corghi, arrivano a 100 le ore di sciopero

I lavoratori hanno deciso un altro pacchetto di quaranta ore di sciopero per il rinnovo del contratto aziendale, che si aggiungono alle sessanta ore proclamate il 20 settembre scorso

CORREGGIO (Reggio Emilia) – I lavoratori della Nexion (ex Corghi) oggi di nuovo in sciopero hanno deciso un altro pacchetto di quaranta ore di sciopero per il rinnovo del contratto aziendale, che si aggiungono alle sessanta ore proclamate il 20 settembre scorso quando si ruppe il tavolo negoziale.

“E’ triste vedere che nel 2022 una azienda locale di queste dimensioni costringa i propri dipendenti a fare cento ore di sciopero per avere diritto ad un aumento salariale – dichiara la Fiom di Reggio Emilia -.I lavoratori sono uniti e determinati, lottano per i diritti e la propria dignità e non hanno certo intenzione di retrocedere”.

La Nexion (ex Corghi) di Correggio non è solo una delle maggiori imprese della nostra provincia, è anche un’azienda leader mondiale del settore degli smonta-gomme, che in questi anni è cresciuta tanto, grazie a investimenti continui, acquisizioni di altre aziende, e “grazie allo sforzo continuo e l’intelligenza di tutti i dipendenti senza i quali questi risultati sarebbero stati impossibili”, precisa Davide Mariotti della Fiom di Reggio Emilia.

La trattativa per il rinnovo del contratto aziendale era iniziata nel dicembre del 2021, una trattativa complessiva che ha riguardato tante tematiche, dall’orario di lavoro allo smart working, dalla conciliazione vita lavoro all’inquadramento, e che ad un certo punto ha visto la delegazione aziendale irrigidirsi di fronte alle richieste di aumenti salariali.

“E’ fisiologico che una trattativa porti ad una mediazione, non abbiamo preteso che le nostre richieste fossero accolte al cento per cento – spiega Mariotti – ma mentre i rappresentanti sindacali mostravano disponibilità al compromesso, dall’azienda abbiamo trovato una totale rigidità sugli aumenti strutturali del salario, una posizione ideologica che i lavoratori non hanno accettato”.

Per queste ragioni il 20 settembre sono partiti gli scioperi in azienda, e ad ogni volantinaggio i lavoratori hanno rimarcato la contraddizione tra la condizione economica dell’impresa e la posizione negoziale al tavolo di trattativa. La Nexion ha visto negli anni una crescita degli utili in linea con quanto descritto dal Rapporto sui Bilanci delle imprese metalmeccaniche che la Fiom Cgil di Reggio Emilia ha reso pubblico nei giorni scorsi: l’azienda è passata infatti da 4 milioni e 750 mila euro di utili netti (cioè al netto delle tasse e di ogni altro costo) nel 2016 a oltre 12 milioni e mezzo nel 2021, con un incremento del 166% a fronte di un aumento del costo del lavoro nello stesso periodo del 39%; nello stesso lasso di tempo sono stati accumulati oltre 60 milioni di utile netto e gli addetti sono passati da 609 a 620 dipendenti diretti.

“La forbice tra profitti e salari è cresciuta nel tempo in maniera impressionante, e questo dimostra che vi sono ampiamente le condizioni per riconoscere gli aumenti richiesti dai lavoratori”, precisa la Fiom di Reggio. “Capiamo che il management aziendale voglia dimostrare di difendere al meglio gli interessi degli azionisti, fatichiamo maggiormente a capire come la proprietà voglia continuare a dichiarare guerra ai propri dipendenti – afferma con rammarico il segretario provinciale della Fiom, Simone Vecchi -. La posizione di ostilità dell’azienda agli aumenti fissi è puramente politica, mentre la condizione di impoverimento dei lavoratori con questa inflazione è molto concreta, per questo ci aspettiamo che questo atteggiamento non prosegua a lungo, in questi casi il buon senso dovrebbe prevalere”.

“Nessun operaio ha voglia di scioperare, soprattutto in questa fase, ma i lavoratori della Nexion sono stati costretti dalla rigidità aziendale – prosegue la nota delle tute blu della Cgil reggiana -. L’ideologia del salario variabile è completamente anacronistica, la fase è cambiata, le disuguaglianze sono aumentate, l’inflazione corre più veloce dei salari ma meno dei profitti, non si può più ragionare con la mentalità di venti anni fa, questo vale per la Nexion e per tutte le aziende del nostro territorio ovviamente”, chiarisce Vecchi riferendosi alle altre trattative per i rinnovi contrattuali che in questo momento stanno avvenendo nelle imprese metalmeccaniche reggiane.
I lavoratori ex Corghi intanto stanno scioperando tutti i giorni, con fermate a volte di un’ora a volte di mezz’ora, in tutti gli stabilimenti (Correggio e Prato).

La mobilitazione inoltre nei giorni scorsi si è articolata con un corteo nel centro storico di Correggio e con un presidio davanti ai cancelli nelle giornate di sabato e domenica scorsi.