Enocianina Fornaciari, il Comune espropria i proprietari

27 ottobre 2022 | 11:25
Share0
Enocianina Fornaciari, il Comune espropria i proprietari
Enocianina Fornaciari, il Comune espropria i proprietari
Enocianina Fornaciari, il Comune espropria i proprietari
Enocianina Fornaciari, il Comune espropria i proprietari
Enocianina Fornaciari, il Comune espropria i proprietari

Sul posto, dove dovrà sorgere il nuovo comando della polizia municipale, ci sono anche i carabinieri: la famiglia non se ne vuole andare

REGGIO EMILIA – Il Comune sta dando esecuzione oggi all’esproprio della famiglia Fornaciari dalla zona dove dovrà sorgere il nuovo comando della polizia municipale in viale IV Novembre 5. Sul posto ci sono i funzionari dell’Ufficio patrimonio del Comune, i carabinieri e alcune pattuglie della polizia municipale che stanno cercando di convincere Aldino Fornaciari, la moglie e i due figli, che stanno facendo resistenze, a lasciare l’immobile (Foto Bucaria).

La famiglia, infatti, abita ancora di fianco alla storica fabbrica, l’Enocianina Fornaciari, fondata nel 1946, che ha sede in viale IV Novembre. E’ la terza volta che il Comune bussa alla porta della famiglia Fornaciari per l’esproprio. L’ente ha fretta perché, non iniziare il cantiere del comando della Municipale entro dicembre, vorrebbe dire perdere le risorse regionali destinate alla costruzione di un nuovo comando della Municipale proprio lì.

Il Comune si fa forte di una sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto la richiesta, presentata dal titolare della fabbrica, Aldino Fornaciari, di sospendere la sentenza del Tar, che il 30 settembre 2020 ne aveva respinto il ricorso. L’imprenditore, nel 2019, aveva presentato un ricorso straordinario  al presidente della Repubblica contro il progetto e l’espropriazione del terreno su cui si trova anche la sua abitazione. In seguito all’opposizione del Comune il ricorso era finito al Tar.

Fornaciari chiedeva l’annullamento di due delibere del consiglio comunale di Reggio, datate 12 novembre 2018 e 8 aprile 2019. La prima aveva adottato la variante urbanistica necessaria per la costruzione della nuova sede della polizia locale e aveva avviato il procedimento per l’apposizione del vincolo espropriativo e della dichiarazione di pubblica utilità sull’immobile dell’ex fabbrica.

La seconda, invece, aveva recepito il parere positivo all’opera da parte della Provincia, emesso sulla base delle valutazioni di Arpae e conferenza dei servizi. L’argomentazione principale del ricorso di Fornaciari verteva sul fatto che “il Comune avrebbe ignorato la vocazione tipica del territorio reggiano nel settore enologico” dove l’attività produttiva del ricorrente rappresenterebbe “un’impresa di rilievo storico-culturale presente sul territorio dai primi anni del ’900, che opererebbe all’insegna della ricerca e dell’innovazione”. Questo al contrario di quanto sostenuto dal Comune secondo cui lo stabilimento è “dismesso”.

L’avvocato Raffaella Pellini, che difende la famiglia Fornaciari, ha detto a Reggio Sera: “E’ una vicenda che risale ad anni fa e ora siamo arrivati alle note dolenti dell’espopriazione per pubblica utilità da un luogo dove ci abita una famiglia da tempo immemorabile. Ci sarebbe anche da fare una distinzione fra il capannone e l’abitazione perché è sul capannone che grava l’esecuzione immobiliare. Fra l’altro il capannone non è più di loro proprietà, ma è stato assegnato, in un’asta, a un egiziano senza fissa dimora che, probabilmente, è un prestanome. Il rischio, a questo punto, è che l’indennità dell’espropriazione arrivi a questa persona e non alla famiglia Fornaciari. Fra l’altro sulla vicenda dell’asta sta indagando la procura”.

Il Comune e l’ex proprietario hanno concordato una deroga fino alla metà del prossimo dicembre per il completo svuotamento dell’ex fabbrica.